martedì 30 marzo 2010

Che mito!!!

Torino, un clochard trova e restituisce portafogli con 1.100 euro

homeless

29 marzo 2010

A Torino, tra una panchina e un marciapiede della stazione ferroviaria d'Ivrea, un clochard di 60 anni ha trovato un portafogli con 1.100 euro in contanti e lo ha consegnato agli agenti del commissariato. Giuseppe V., nonostante le difficili condizioni in cui vive, ha preferito essere onesto piuttosto che lasciarsi prendere dalla tentazione di intascare quel denaro.

Dopo aver trovato il portafogli , il senza tetto si è recato al commissariato di Ivrea dove ha chiesto di parlare con gli agenti. A loro il clochard ha consegnato il portafogli e poi ha fatto ritorno alla sua panchina. Gli agenti, dopo averlo rifocillato, gli hanno promesso che avrebbero rintracciato il proprietario del portafogli.

In breve i poliziotti hanno effettivamente trovato l'uomo che ha deciso di premiare il clochard per la grande onestà dimostrata.


fonte: http://magazine.excite.it/news/41307/Torino-un-clochard-trova-e-restituisce-portafogli-con-1100-euro

domenica 28 marzo 2010

Favolosa vendita!

Favolosa vendita nel negozio online di Zattera e Gommone!

http://clochard.sitiwebs.com/page7.php

sabato 27 marzo 2010

Non è un film.....!!!

Arancia Meccanica in città a Firenze.
Clochard preso a cinghiate

Un barbone è stato aggredito e picchiato ieri sera da un gruppo di ragazzi ventenni: due denunciati.

L'uomo ha riportato una ferita alla testa

Foto tratta dal film Arancia Meccanica

Foto tratta dal film Arancia Meccanica

FIRENZE - Quasi come in Arancia Meccanica, ma siamo a Firenze e non è un film: un barbone è stato aggredito da alcuni ragazzi mentre stava dormendo. È accaduto ieri sera, poco dopo le 23, in via Nazionale. L’uomo aveva trovato rifugio nei pressi dell’ex cinema Apollo, nei pressi della stazione quando è stato picchiato con calci e pugni da almeno sette ragazzi, descritti snelli e con le teste rasate. Qualcuno di loro ha addirittura usato una cintura per colpire il senzatetto.

L'ALLARME - A dare l’allarme sono stati alcuni testimoni, che hanno assistito alla scena. Sul posto sono subito intervenuti i carabinieri del Nucleo radiomobile che hanno fermato e denunciato due giovani per lesioni aggravate in concorso. Nei guai sono finiti un idraulico di 19 anni e un disoccupato di 20 anni, entrambi fiorentini, rintracciati vicino alla Fortezza da Basso. Il barbone — un albanese di 45 anni, senza fissa dimora — ha riportato una ferita alla testa, ma ha rifiutato le cure mediche e non ha voluto sporgere denuncia. Gli investigatori stanno cercando di capire cosa ci sia alla base dell’aggressione. L’immigrato, che stava dormendo davanti all’ex cinema Apollo di via Nazionale, è stato denunciato per la clandestinità. Un testimone ha riferito che mentre i due giovani lo picchiavano, l’albanese gridava «Non sono io quello che cercate».

Simone Innocenti
25 marzo 2010 - Corriere Fiorentino.it
http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/2010/25-marzo-2010/arancia-meccanica-citta-clochard-preso-cinghiate--1602718777145.shtml

mercoledì 24 marzo 2010

Forse qualche homeless sarà curato?????


NEW YORK - "Questa non è una riforma radicale ma è una grande riforma. Questo è il vero cambiamento". Così a mezzanotte, ora di Washington, Barack Obama ha salutato lo storico voto della Camera. Un'ora prima con 219 sì contro 212 no, sotto la presidenza di Nancy Pelosi la Camera aveva approvato la sua sofferta riforma sanitaria. E' passata una legge di straordinaria portata, che dopo l'approvazione del Senato estenderà a 32 milioni di americani un'assistenza medica di cui erano finora sprovvisti. E' la fine di un incubo, 14 mesi in cui il presidente si era giocato la sua immagine su questo "cantiere progressista". Obama ce l'ha fatta su un terreno dove da mezzo secolo tutti i presidenti erano stati sconfitti. Ha affrontato una piaga sociale, che vede l'America molto più indietro degli altri paesi ricchi per la qualità delle cure mediche offerte all'insieme della popolazione. Forse il suo partito pagherà qualche prezzo alle elezioni legislative di novembre, ma i democratici hanno messo la loro firma esclusiva (senza un solo voto repubblicano) su una delle più ambiziose normative sociali del paese. 34 di loro hanno votato contro, per paura di giocarsi la rielezione a novembre, di fronte all'offensiva della destra che dipinge questa legge come la "socializzazione delle cure mediche" e l'anticamera di una bancarotta di Stato. Ma fino all'ultimo le defezioni nel partito di maggioranza hanno rischiato di essere ben più elevate.
La pattuglia più numerosa dei "dissidenti" era quella degli antiabortisti, guidati dal deputato Bart Stupak del Michigan. E' stato decisivo l'intervento di Barack Obama nelle ultimissime ore. Rinviato il suo viaggio in Indonesia, il presidente ha fatto pressione personalmente su ciascuno dei deputati incerti. Agli antiabortisti ha offerto una garanzia speciale: proprio mentre la Camera era riunita per le votazioni, ieri Obama ha firmato un "ordine esecutivo" che rafforza il divieto di usare i fondi federali per rimborsare le spese delle interruzioni di gravidanza. A quel punto Stupak e la pattuglia di antiabortisti sono passati a favore della riforma, garantendo la maggioranza per l'approvazione della legge. L'ultimo voto al Senato è previsto in pochi giorni, ed entro questa settimana Obama dovrebbe firmare la legge.
I primi effetti di questa riforma, in vigore da subito, colpiranno gli abusi più odiosi delle assicurazioni. Sarà vietato alle compagnie assicurative rescindere una polizza quando il paziente si ammala, una pratica fin qui tristemente consueta. Sarà illegale rifiutarsi di assicurare un bambino invocando le sue malattie pre-esistenti.
Diventeranno fuorilegge anche i tetti massimi di spesa, usati dalle assicurazioni per rifiutare i rimborsi oltre un certo ammontare (un costume particolarmente deleterio per i pazienti con patologie gravi che richiedono terapie costose, come il cancro). I genitori avranno il diritto di mantenere nella copertura della propria assicurazione sanitaria i figli fino al compimento del 26esimo anno di età, una norma particolarmente attesa in una fase in cui i giovani stentano a trovare un posto di lavoro (e quindi non hanno accesso all'assicurazione che di solito è connessa a un impiego stabile). Più avanti, entro il 2014, scatteranno gli altri aspetti della riforma, quelli che porteranno 32 milioni di americani ad avere finalmente diritto a un'assistenza. Di questi, la metà circa entreranno sotto la copertura della mutua di Stato per i meno abbienti, il Medicaid. Quest'ultimo garantirà cure gratuite fino alla soglia di 29.000 dollari di reddito annuo lordo, per una famiglia di quattro persone. Altri 16 milioni dovranno invece comprarsi una polizza assicurativa. Ma potranno farlo scegliendo in una nuova Borsa competitiva sorvegliata dallo Stato, e riceveranno sussidi pubblici fino a 6.000 dollari, onde evitare che l'assicurazione gli costi più del 9,5% del loro reddito. Multe salate per le aziende con oltre 50 dipendenti che non offrono l'assicurazione sanitaria ai dipendenti. Perché questo resterà comunque anche dopo la riforma il tratto distintivo del sistema sanitario americano, imperniato sulle assicurazioni private, e ben lontano dai servizi sanitari nazionali dei paesi europei.

Manca, nella riforma, quello che all'origine doveva essere l'aspetto più radicalmente innovativo: la cosiddetta opzione pubblica. Di fronte alle accuse di voler imporre un "socialismo medico di tipo cubano" - secondo uno slogan usato dalla destra populista del Tea Party Movement - i democratici hanno abbandonato quell'idea, che avrebbe creato un'assicurazione di Stato disponibile a tutti, a costi contenuti, per far concorrenza alle assicurazioni private. In compenso ci sarà una stangata fiscale sulle multinazionali farmaceutiche, per finanziare una parte dei costi della riforma.


22 marzo 2010

FEDERICO RAMPINI - La Repubblica.it

lunedì 22 marzo 2010

Un pò di cultura!!

Presentato volume ex clochard "Angelo smarrito"

Moioli: “Un libro che testimonia la possibilità di ricominciare a vivere”

Milano – “Questo libro è il racconto di una vita particolare, una vita strana, che ci lascia però un messaggio di bontà. Una speranza per tutti quelli che vogliono risalire e, aiutati a far emergere il proprio lato positivo, diventare una risorsa per sé e per gli altri”.

Lo ha detto l’assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche sociali Mariolina Moioli intervenendo alla presentazione del libro “Angelo smarrito” di Angelo Starinieri.

L’autore, impegnato in attività di volontariato, racconta la sua storia di manager all’apice di una sfolgorante carriera che per una serie di circostanze impreviste finisce tra gli ‘ultimi’, per poi tornare a vivere. Dopo aver vissuto tra i senzatetto di piazzale Cadorna, ha ritrovato lentamente la sua strada mettendosi al servizio dei compagni. Tornato in possesso dei suoi averi, ha ripreso l’attività professionale, senza rinunciare all’impegno a favore dei clochard, ai quali è dedicato il libro.

“Questo non è un libro sulla ricerca di sé, è la mia storia vera - ha spiegato Starnieri - . Il mio racconto vuole essere un messaggio perché tutti possiamo scivolare ma tutti possiamo rialzarci, risalire con il coraggio di colorare i giorni più sofferenti con un sorriso. La mia è una testimonianza dell’esistenza di questa possibilità. Per tutti.”

L’assessore Moioli ha anche ricordato le numerose iniziative di sostegno all’attività svolta da Angelo a favore dei senzatetto, come le mostre di pittura o la conquista del Guinness dei primati per la torta più grande del mondo, sottolineando il valore dell’operosità che “produce una scossa dentro e fa sì che si trovi l’energia in noi stessi per guardare alla vita con un sorriso”.

notizia tratta da: http://www.ladysilvia.org/ladysilvia/16083/release/0/

Neanche i vigili parlano in italiano??!!!!


Verona: i vigili pestano un Clochard
Caricato da randonman. - Video notizie in tempo reale

Video del 11-12-2009

lunedì 15 marzo 2010

Poesia!

il barbone

L’incontrai mi sembrava un barbone
barba lunga vestito di stracci
tra le mani una bottiglia e un bastone
scarpe lercie private dei lacci

mi guardo’ come mi conoscesse
gli occhi spenti come spento il suo viso
butto’ giu’ due o tre colpi di tosse
alzo’ gli occhi mi fece un sorriso

mi fermai cercai dentro al vestito
mi guardo’ fece un cenno di mano
dalla bocca come un suono impastato
frasi strane pronunciate piano

alzo’ un poco il suo tono di voce
disse: sai non da sempre è cosi’
e il combatter per trovar la pace
non ti pare? Suvvia dimmi si

sai anch’io un giorno sono stato un signore
tante donne amici ricchezza
ma sai un sogno ha contate le ore
via i denari scompare l’ebbrezza

ho bussato sai a porte e portoni
ma gli amici scomparsi d’incanto
chiuse porte ormai spenti i lampioni
si confonde nel ridere il pianto

dei miei figli non so’ ormai piu’ niente
non li cerco non mi hanno cercato
il futuro non è piu’ importante
e’ un altro giorno come quello passato

mi guardo’ e una lacrima piano
nei suoi occhi ma era pure nei miei
poi sorrise mi tese la mano
non sbagliare non farlo se puoi.


Autore : Andrea Sergi Fonte:http://www.poesieracconti.it/poesie/opera-3480

Ma perchè si cercano solo violenze????

Cronaca 13/03/2010

Pisa: trovato cadavere in pieno centro, forse clochard ucciso dal freddo

Pisa, 13 mar. - (Adnkronos) - I carabinieri hanno trovato stamani a Pisa, in pieno centro, il cadavere di un uomo senza documenti, tra i 40 e i 50 anni. Secondo una prima ipotesi, la vittima sarebbe un clochard, e la causa del decesso sarebbe il freddo che da giorni avvolge in una morsa tutta la Toscana. Il corpo senza vita dell'uomo era appoggiato a un muro di un supermercato di via Pascoli, dove spesso si ritrovano i senzatetto.

A dare l'allarme e' stato un dipendente del supermercato.

Il medico legale non ha rinvenuto tracce di violenza sulla salma.

http://www.libero-news.it/regioneespanso.jsp?id=369606


mercoledì 10 marzo 2010

Ma pensa un pò!!

Il clochard cinese diventa un sex symbol. E la moda lo cerca

Sabato 06.03.2010 19:15
Affaritaliani.it - http://www.affaritaliani.it/cronache/vagabondo_cinese-ningbo50310.htm

La fotografia mostra un uomo alto, cinese, che cammina come un modello, che ondeggia non sulla passerella ma per le strade della città di Ningbo: almeno un milione di abitanti, in crescita continua. Ma lui, la persona nella foto, non è un modello, ma un clochard. E ora il web lo cerca e gli sta dando la caccia in una città che cresce in modo impressionante. Il motivo è chiaro: il Brother Sharp, fratello elegante, come internet lo ha ribattezzato, è diventato una star perchè, come spiega il quotidiano Indipendent, rappresenta l’icona perfetta per l’homeless look creato dalla stilista Vivianne Westwood. Insomma, il vagabondo deve diventare un modello.

Brother Sharp420

LE IMMAGINI

Ha circa 35 anni, è molto alto, e tra le sue dita ha sempre una sigaretta.Così come ha sempre con sè una shopping bag dove tiene i suoi oggetti personali. E che riesce a fare ad alimentare il suo status di icona fashion. Nell'unica foto diffusa indossa una giacca e un paio di jeans. Il suo look ricorda quello del popolare attore asiatico Takeshi Kaneshiro o quello del più noto Ken Watanabe, candidato al premio Oscar al miglior attore non protagonista nel 2004 per l'interpretazione in L'ultimo samurai.

Il mondo internettiano è impazzito. Su Facebook è nato un gruppo in suo onore che l’ha definito "l’uomo più alla moda della Cina" e "principe dei senzatetto". Poi ha usato la sua fotografia per una serie di fotomontaggi. Così il modello senza nome è stato catapultato nel bel mezzo di una sfilata di Dolce e Gabbana, sul set dei film di Hollywood, nei poster, ovunque.

Ma secondo le autorità di Ningbo, che sono intervenute, bisogna stare attenti a cercarlo perché "i senzatetto sono persone sensibili", e dunque il top model del web potrebbe anche reagire male ai curiosi che lo cercano o lo avvicinano per strada. Anche perché in Cina il vagabondaggio è tecnicamente un reato, visto che in teoria il Partito Comunista dovrebbe provvedere al welfare di tutti i cittadini.

Sui siti cinesi le voci su di lui corrono incontrollate: per qualcuno è uno studente universitario che ha perso la testa dopo essere stato lasciato dalla fidanzata. Per altri un ragazzo con problemi psichici, e per qualcun altro un uomo povero che ha perso la casa. Chiunque abbia ragione, la moda cerca uno come lui. E sarebbe disposto a pagarlo caro per averlo. E per chi lo trova magari ci scappa anche la ricompensa...

Può essere una scelta!

Sessantacinque anni, una laurea in Economia.
Adesso «vive» nella stazione di Lambrate

Alessandro, clochard per scelta:
«Ero un broker da 800 milioni all’anno»

«La svolta quando in tv vidi i bimbi somali che morivano di fame». «Mi sentivo come un contenitore vuoto»

«La mia famiglia ha capito questa scelta di vita. Ma la mia figlia più piccola ha sofferto»

MILANO - Adesso si fa chiamare il filosofo dei poveri, «perché do loro tranquillità, insegnandogli a sopravvivere». Lui, che di professione fa il barbone per scelta, è una sorta di faro per il mondo dei clochard, in particolare per quelli che bazzicano la stazione di Lambrate. Lui è Alessandro Marcolin, 65 anni, una laurea in economia e commercio e una vita all'incontrario: dalle stelle alle stalle. Da broker assicurativo fino al 2001, a senza tetto per un «bisogno di ritrovarmi». Un professionista da 800 milioni del vecchio conio all'anno, a squattrinato completo, ma con il cellulare. Un clochard atipico che insegue il motto: «puliti, sbarbati e lavati». E spiega: «Chi perde dignità del proprio corpo, ha già perso la dignità di se stesso».

Da un'esistenza agiata, con il primo cavallo da montare a 12 anni e la prima Fiat 600 superaccessoriata a 18, girando in lungo e in largo il globo, ad una sola panchina per dormire, al binario 7 della stazione di Lambrate. Alessandro Marcolin, che non dimentica i suoi trascorsi di nero sanbabilino «che col tempo mi hanno scoglionato», parla citando Erich Fromm ed Hermann Hesse. Fa colazione al bar della stazione, naturalmente offerta dai tanti pendolari che lo conoscono. Mangia alla mensa dei poveri con tessera delle Opere di San Francesco datata 2002, e si lava nei bagni della stazione. Veste scarpe Tod’s e cappotti Loro Piana, scelti con cura nel guardaroba della Caritas. Poi, per raccontare della sua svolta, sorseggia bianco secco e usa espressioni poetiche e forbite del tipo: «Una vita trascendentale. Mi sentivo un contenitore vuoto, in corsa per il successo, ma senza valori».

I ricordi partono dal suo primo amore, a 24 anni, durante una crociera quando «mi sono innamorato di una donna sposata, molto ricca. Le chiesi di lasciare il marito e di venire a vivere con me, ma mi rispose di no. Credo non avesse capito niente dell’amore». Quindi accenna alla moglie e alle due figlie, di 25 e 36 anni, ormai grandi e autonome. «Hanno capito la mia scelta di vita. La più grande, che ha una laurea in architettura, ha ereditato la mia società di brokeraggio. La piccola, invece, ci ha sofferto molto». La svolta avviene in una sera di nove anni fa, a casa di amici benestanti. Alla televisione c’è un servizio su alcuni bambini somali mal nutriti e malati. «Le mogli degli amici, con la solita finta morale, esclamarono: poverini, poverini, che pena! Ma non fecero niente. Io, invece, risposi che ero molto più coerente e che non mi interessava un fico secco di quei bimbi. Ma quella notte non riuscii a dormire. E dentro di me ritrovavo solo il vuoto».
Così, negli otto mesi successivi, Alessandro Marcolin, mette insieme le idee e decide. «Me ne sono andato. Senza accettare critiche alla mia scelta, altrimenti sarei stato condizionato. La mia non è espiazione: quello che ho fatto, l’ho fatto con serenità. Ero in cima alla piramide e adesso sono alla base, ma ho molte più gratificazioni. Essere utile agli altri e avere la loro stima. Non colmare la vita facendo soldi a tutti i costi».

Adesso Marcolin è al binario 7, senza rimpianti. Si alza ogni mattina alle 5.30 e si lava nei bagni della stazione «per non disturbare i pendolari che arrivano con il treno delle 6». E ci tiene a dire che ha trovato posti di lavoro a 40 persone, «di cui 20 lavorano ancora, mentre gli altri si sono persi in droga e alcol». Il «filosofo dei poveri» passa le sue giornate in giro per la città: i parchi e i giardini quando non piove, le biblioteche per leggere e scrivere e gli incontri con gli amici di «nuova generazione», clochard come lui. «E di notte metto i panni del buon samaritano, per aiutare e incoraggiare il popolo dei senza tetto». Poi, per dimostrare di essere al passo coi tempi, nonostante la sua condizione di indigenza, si dilunga sulla situazione politica attuale: «Ci stanno portando via anche la vita. Ma noi italiani abbiamo il grande dono di arrangiarci. Siamo un popolo fantasioso, con molta intuizione e cultura».

Michele Focarete
08 marzo 2010 - Corriere della sera - Milano

lunedì 8 marzo 2010

La card della vergogna!!

Estratto dall'ultima puntata di "Reality" del 7 marzo 2010.

http://www.la7.tv/richplayer/?assetid=50172067

Guardate questa puntata e riflettete!!!

E questi sono giovani normali???????????

Milano: senzatetto aggredito da tre ragazzi, fermati per tentato omicidio

I giovani hanno chiesto soldi e poi hanno infierito con calci, pugni, un manganello e un cacciavite

gli assalitori sono giovani «normali» dell'hinterland

Milano: senzatetto aggredito da tre ragazzi, fermati per tentato omicidio

I giovani hanno chiesto soldi e poi hanno infierito con calci, pugni, un manganello e un cacciavite

MILANO - Un «barbone» è rimasto vittima di un pestaggio che ha avuto come autori tre giovani «normali», ora accusati di tentato omicidio aggravato in concorso a scopo di rapina. L'episodio è avvenuto nella notte, alle 2.40, in via Argelati a Milano, in zona Ticinese. A finire dietro le sbarre sono stati due 20enni e un 24enne che lavora nella rivendita di auto del padre. Tutti incensurati, tutti residenti nell'hinterland, tutti apparentemente «normali», senza disagi o problemi familiari. Eppure ieri, dopo una serata trascorsa nei locali, hanno compiuto un pestaggio premeditato.

LA DINAMICA - Uno del terzetto ha avvicinato la sua vittima e ha chiesto una sigarette. L'uomo, sedicente svizzero ma di fatto senza documenti, ha continuato a camminare, ma è stato bloccato dagli altri due giovani che gli hanno chiesto dei soldi. Circondato è stato impossibile scappare: in due lo tenevano fermo, mentre il terzo colpiva. Si sono dati il cambio per infierire sul suo volto e sul suo corpo esile. Prima lo hanno aggredito con calci e pugno, poi lo hanno colpito con un manganello telescopico alle testa, quindi con un cacciavite lo hanno ferito al gluteo destro. Un'aggressione durata alcuni minuti, solo quando ormai la vittima era a terra si sono allontanati. Alcuni passanti, però, hanno dato l'allarme e i carabinieri del Nucleo Radiomobile hanno fermato i tre vicino al parcheggio di via Magolfa, distante solo pochi metri. Inutile provare a fuggire in macchina o provare a dirsi innocenti: il terzetto è stato riconosciuto dalla vittima, trasportata al Policlinico. Le sue condizioni non sono gravi, ma resta in osservazione per il trauma cranico subito. Una volta in caserma i giovani hanno pianto, mentre i genitori avvisati dai militari sono rimasti sconvolti. Impossibile capire il motivo del pestaggio e perchè girassero armati. Rinchiusi a San Vittore per loro l'accusa del pm di Milano, Luca Poniz, è di tentato omicidio.


06 marzo 2010(ultima modifica: 07 marzo 2010) - Corriere della Sera

venerdì 5 marzo 2010

Storia d'amore incredibile!

Ad una cena di beneficenza per una scuola che cura bambini con problemi di

apprendimento, il padre di uno degli studenti fece un discorso che

non sarebbe mai più stato dimenticato da nessuno dei presenti.

Dopo aver lodato la scuola ed il suo eccellente staff, egli pose una domanda:

'Quando non viene raggiunta da interferenze esterne, la natura fa il suo

lavoro con perfezione. Purtroppo mio figlio non può imparare le cose

nel modo in cui lo fanno gli altri bambini.

Non può comprendere profondamente le cose come gli altri.

Dov'è il naturale ordine delle cose quando si tratta di mio figlio?'

Il pubblico alla domanda si fece silenzioso.

Il padre continuò: 'Penso che quando viene al mondo un bambino handicappato

fisicamente e mentalmente, si presenta la grande opportunità di realizzare

la natura umana, e questa avviene nel modo in cui le altre persone trattano quel bambino.'

A quel punto cominciò narrare una storia: Shay e suo padre passeggiavano

nei pressi di un parco dove Shay sapeva che c'erano dei ragazzini che

giocavano a baseball. Shay chiese: 'Pensi che quei ragazzi mi faranno giocare?'

Il padre di Shay sapeva che la maggior parte di loro non avrebbe voluto in

squadra un giocatore come Shay, ma sapeva anche che se gli fosse stato

permesso di giocare, questo avrebbe dato a suo figlio la speranza di poter essere

accettato dagli altri a discapito del suo handicap, cosa di cui

Shay aveva immensamente bisogno.

Il padre di Shay si avvicinò ad uno dei ragazzi sul campo e chiese (non

aspettandosi molto) se suo figlio potesse giocare.

Il ragazzo si guardò intorno in cerca di consenso e disse: 'Stiamo

perdendo di sei punti e il gioco è all'ottavo inning.

Penso che possa entrare nella squadra: lo faremo entrare nel nono'

Shay entrò nella panchina della squadra e con un sorriso enorme, si mise su

la maglia del team. Il padre guardò la scena con le lacrime agli occhi e con

un senso di calore nel petto. I ragazzi videro la gioia del padre all'idea che il

figlio fosse accettato dagli altri.

Alla fine dell'ottavo inning, la squadra di Shay prese alcuni punti ma era

sempre indietro di tre punti.

All'inizio del nono inning Shay indossò il guanto ed entrò in campo. Anche

se nessun tiro arrivò nella sua direzione, lui era in estasi solo all'idea di

giocare in un campo da baseball e con un enorme sorriso che andava da

orecchio ad orecchio salutava suo padre sugli spalti.

Alla fine del nono inning la squadra di Shay segnò un nuovo punto: ora,

con due out e le basi cariche si poteva anche pensare di vincere e Shay

era incaricato di essere il prossimo alla battuta.

A questo punto,

avrebbero lasciato battere Shay anche se significava perdere la partita?

Incredibilmente lo lasciarono battere.

Tutti sapevano che era una cosa impossibile per Shay che non sapeva nemmeno

tenere in mano la mazza, tantomeno colpire una palla

In ogni caso, come Shay si mise alla battuta, il lanciatore, capendo che la squadra

stava rinunciando alla vittoria in cambio di quel magico momento per Shay,

si avvicinò di qualche passo e tirò la palla così piano e mirando

perché Shay potesse prenderla con la mazza. Il primo tirò arrivò a

destinazione e Shay dondolò goffamente mancando la palla.

Di nuovo il tiratore si avvicinò di qualche passo per tirare dolcemente la

palla a Shay. Come il tiro lo raggiunse, Shay dondolò e questa volta

colpì la palla che ritornò lentamente verso il tiratore.

Ma il gioco non era ancora finito. A quel punto il battitore andò a raccogliere la palla:

avrebbe potuto darla all' uomo in prima base e Shay sarebbe stato

eliminato e la partita sarebbe finita. Invece... Il tiratore lanciò la palla di molto oltre

l'uomo in prima base e in modo che nessun altro della squadra potesse raccoglierla.

Tutti dagli spalti e tutti i componenti delle due squadre incominciarono a

gridare: 'Shay corri in prima base! Corri in prima base!'

Mai Shay in tutta la sua vita aveva corso così lontano, ma lo fece

e così raggiunse la prima base.

Raggiunse la prima base con occhi spalancati dall'emozione. A quel punto

tutti urlarono:' Corri fino alla seconda base!'

Prendendo fiato Shay corse fino alla seconda trafelato. Nel momento in cui

Shay arrivò alla seconda base la squadra avversaria aveva ormai recuperato la palla..

Il ragazzo più piccolo di età che aveva ripreso la palla quindi sapeva di

poter vincere e diventare l'eroe della partita, avrebbe potuto tirare la

palla all'uomo in seconda base ma fece come il tiratore prima di lui,

la lanciò intenzionalmente molto oltre l'uomo in terza base e in modo che

nessun altro della squadra potesse raccoglierla.

Tutti urlavano: 'Bravo Shay, vai così! Ora corri!'

Shay raggiunse la terza base perché un ragazzo del team avversario lo

raggiunse e lo aiutò girandolo nella direzione giusta.

Nel momento in cui Shay raggiunse la terza base tutti urlavano di gioia.

A quel punto tutti gridarono:' Corri in prima, torna in base!!!!'

E così fece: da solo tornò in prima base, dove tutti lo sollevarono in aria

e ne fecero l'eroe della partita.

'Quel giorno' disse il padre piangendo 'i ragazzi di entrambe le squadre

hanno aiutato a portare in questo mondo un grande dono di vero amore ed umanità'.

Shay non è vissuto fino all'estate successiva. E' morto durante l'inverno…

ma non dimenticò mai di essere stato l'eroe della partita e di aver reso

orgoglioso e felice suo padre.. non dimenticò mai l'abbraccio di sua madre quando

tornato a casa le raccontò di aver giocato e vinto.