I video-reportage “Le Storie” del secoloxix.it: una serie di
mini-documentari con cui il Decimonono racconta in maniera più
approfondita vicende che arrivano da varie parti della Liguria.
Genova - Camicie mai indossate, scarpe seminuove, borsette da
donna. Ma anche cassette di arance, buste di insalata e scatole di the. Rifiuti per la maggioranza dei genovesi, piccoli grandi tesori per chi non ha nulla, e trascorre le sue giornate e le sue notti sulle strade.
In via Turati, a due passi dal Porto Antico affollato
di turisti, c'è un piccolo mondo che ruota attorno ad alcuni bidoni
della spazzatura. «Noi la chiamiamo la zona del mercatino - racconta Paolo, 53 anni -
perchè tra la rumenta trovi davvero di tutto. Al punto che poi alcuni
maghrebini provano anche a rivendere gli oggetti improvvisando delle
bancarelle sulla strada»
Ed effettivamente basta fermarsi a Caricamento e osservare, per scoprire una realtà di necessità e di dolore che i passanti frettolosi nemmeno immaginano.
Sono decine le persone che frugano tra i rifiuti. Il Secolo XIX ha raccolto alcune delle loro storie in un video.
I più si limitano a poche parole «Siamo poverini, cos'altro dobbiamo
fare?» ma qualcuno si ferma a parlare, come un fiume in piena, grato di poter finalmente uscire dall'indifferenza.
Si scoprono così storie di povertà ma non solo. Nino per esempio
ha 78 anni e una pensione - racconta - di 1300 euro. Eppure ogni mattina
è a Caricamento a frugare nei bidoni della spazzatura: «Si trovano cose interessanti - prova a giustificarsi - e poi la vita continua ad aumentare e arrivare alla fine del mese è sempre più difficile». Mostra il suo bottino della giornata, un sacchetto con della verdura: «Sono erbette di campo - racconta col sorriso - Stasera mi ci preparo una bella cena».
Paolo invece preferisce osservare: «Difficilmente prendo qualcosa
- sospira - Da quando mi sono separato vivo su un furgone. Ci ho messo
le mie cose, un materasso, ed è diventato la mia casa». Di giorno lavora in un ufficio: «Loro sanno dove vivo - racconta - Del resto, col mio stipendio devo pagare gli alimenti a mia figlia che non è minorenne. Ma a me va bene così: non sguazzo nell'oro ma sono felice lo stesso».
Anna invece non vuole rivelare la sua età e la sua storia. «Ne ho
passate di tutti i colori - si giustifica - E del resto anche qui non
sono molto fortunata. Gli altri arrivano sempre prima di me. Ogni tanto
trovo qualcosa ma mai roba di valore».
I rifiuti più interessanti arrivano al mattino. «A Caricamento -
racconta Paolo - gettano i rifiuti i supermercati e le bancarelle di
frutta e verdura della zona. Magari si tratta di alimenti appena scaduti
ma ancora buoni da mangiare: per questo li aspettano tutti».
Ma in questi bidoni non si raccoglie solo cibo: «Questa zona è
abitata da persone ricche - spiegano in coro Anna e Paolo - che quando
decidono di fare ordine o traslocano buttano via roba nuova. Guardi qui: questa camicia sembra
non essere mai stata indossata, e questa borsa è praticamente perfetta.
Chi ha i soldi non si rende neppure conto che questi non sono rifiuti. Per noi sono veri e propri tesori».
martedì 17 aprile 2012
lunedì 2 aprile 2012
Complimenti !
Como, 31 marzo 2012 - Con la notte appena trascorsa, si è concluso il progetto “Emergenza Freddo 2102”, avviato a Como a inizio gennaio. L’obiettivo era offrire un’accoglienza notturna, nei mesi più freddi dell’anno, alle persone senza dimora che non trovavano posto nelle strutture di accoglienza già presenti in città. Durante questi tre mesi, sono state accolte quasi cento persone, in prevalenza uomini, e con una presenza di undici donne.
Gli ospiti, accolti nelle tende installate nell’area adiacente alla Chiesa di Sant'Abbondio, hanno rappresentato un gruppo eterogeneo per nazionalità ed età: 25 le diverse nazioni di provenienza (un quarto degli ospiti era italiano), con una decina di ospiti di età inferiore ai 26 anni, lo stesso numero più di 55, mentre la fascia di età più rappresentata è stata quella fra i 36 e i 45 anni.
Il progetto ha dato la possibilità ai senzatetto di sostare all’interno del “Tendone”, per periodi diversi, dalla sola giornata fino alla totalità del periodo, cioè quasi tre mesi. Il progetto, realizzato con l’installazione dicinque tende, una roulotte e un camper, per un totale di quaranta posti letto, è frutto della collaborazione fra ben diciassette enti ed associazioni, e ha visto impegnati oltre trecento volontari che si sono alternati nell’accoglienza serale e notturna degli ospiti.
“Un’esperienza – afferma la Croce Rossa Italiana di Como - che, dalle parole dei volontari, è risultata coinvolgente e positiva, anche e soprattutto per le relazioni instaurate con gli ospiti, in un clima generalmente sereno. Anche gli ospiti stessi sembrano aver apprezzato l’accoglienza e lo spirito che ha caratterizzato il progetto”. Il Comitato Provinciale di Como della Croce Rossa Italiana, a nome di tutti gli Enti coinvolti, esprime soddisfazione per come è stata organizzata e gestita l’iniziativa, e sottolinea in particolare l’importanza della finalità del progetto: rispondere con un intervento concreto all’emergenza climatica che espone al rischio, anche della propria vita, chi vive senza dimora. Ma evidenzia anche la forza della collaborazione: forse per la prima volta a Como, è stato possibile aggregare un numero così elevato di soggetti, pubblici e privati. Si è trattato di un esempio positivo di integrazione e di sinergia in vista di un medesimo obiettivo.
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