domenica 24 ottobre 2010

E i servizi igenici?

L’Agosto scorso il ritrovamento del corpo di un clochard nel monastero di Santa Chiara aveva puntato i riflettori sull’emergenza senza tetto che da anni abitano le vie del centro storico di Napoli.

Il modo in cui poi era stato ritrovato il cadavere, a quattro giorni dalla morte fra rifiuti, escrementi e siringhe usate, indicava l’esigenza di un intervento tempestivo per ripristinare la situazione di degrado dei giardinetti del monastero. Gli stessi frati avevano più volte sollecitato le autorità per interessarsi della questione, per trovare una adeguata sistemazione ai senza tetto, che non sapendo dove andare, continuavano ad improvvisare alloggi con cartoni e buste di plastica, occupando uno spazio pubblico.

La morte di Kuman Rosarch, immigrato originario dello Sri Lanka, sembrava avesse fatto smuovere le acque. Sette giorni dopo il ritrovamento, infatti, vigili e polizia dopo aver allontanato i senza tetto che giorno e notte vagavano per la zona, hanno operato, grazie ai mezzi della Asia, alla disinfestazione della zona. Nonostante l’opera di disinfestazione, però, gli alloggi dei senza tetto e i rifiuti che riempivano i giardini d’ingresso del monastero, non erano stati portati via.
Poche settimane dopo l’opera di disinfestazione la situazione nei giardini antistanti al monastero è tornata alla sua normalità. Nel pomeriggio il largo della basilica si trasforma in un campo da calcetto per i ragazzini della zona, immigrati senza tetto avevano, nei mesi scorsi, organizzato una specie campeggio, con tanto di servizi igienici e specchio.
I clochard, in assenza del presidio fisso delle forze dell’ordine all’interno dei giardini del monastero e in piazza del Gesù, hanno ricominciato a costruire i propri alloggi e a stabilirsi all’interno dei giardinetti sotto gli occhi incuriositi dei turisti.
Oltre alla proposta, fatta dal comandante della polizia municipale Luigi Sementa, di presidiare la zona, l’assessore alla cultura Nicola Oddati propose di alzare le cancellate che cingono il cortile dei giardinetti, proposta che non piacque e che venne particolarmente contestata dagli abitanti della zona.
Intanto, la porta del cancello che da accesso ai giardini resta sempre aperta, e per i senza tetto, messi in lista di attesa nel centro di prima accoglienza ai Decumani, diventa uno dei pochi luoghi in cui ripararsi.

I rappresentanti del Comitato Centro Storico Diritti Salute e Ambiente commentano la situazione puntando il dito sull’indifferenza, delle autorità comunali, per lo stato attuale dei luoghi. <<>> commentano <<>>.

fonte:http://www.levanteonline.net/cronaca/regione/2679-emergenza-senza-tetto-ritornano-i-clochard-a-santa-chiara-.html

Un lavoro pulito!

Truffa alle banche da 15 milioni: in manette la banda dei clochard


Raccoglievano barboni alla stazione, sulle panchine, nei dormitori pubblici. Davano loro una bella lavata, li sbarbavano e li rimettevano a nuovo e poi li mandavano in banca ad aprire un conto corrente. Poi con il libretto degli assegni firmato in bianco, mettevano a segno truffe a raffica, per un ammontare di circa quindici milioni. Ieri però la polizia ha stroncato questo giro arrestando otto persone, denunciando altre quaranta.L’operazione è stata portata a termine dagli investigatori del commissariato Monforte Vittoria, diretti da Edmondo Capecelatro, in collaborazione con il «pool assegni» della Procura, dopo che tre barboni si erano presentati nei loro uffici. «Siamo stanchi - hanno dichiarato - di essere “perseguitati” dalle banche senza avere fatto nulla». Da qui gli accertamenti che hanno portato alla scoperta di una ramificata organizzazione al vertice della quale si trovavano padre e figlio, Salvatore e Paolo P., di 60 e 31 anni.Un reclutatore, sempre lo stesso, ingaggiava disperati in giro per la città, promettevano 400 euro per mettere solo alcune firmette su dei documenti. Se accettavano veniva rifocillati, portati dal barbiere, rivestiti di tutto punto. Riacquistato un aspetto civile, venivano accompagnati in banca dove versavano i soliti 500 euro, quindi si facevano consegnare un po’ di carnet di assegni, prontamente firmati dal clochard.A quel punto il prestanome veniva liquidato e poteva tornare alla sua panchina, mentre i truffatori si davano da fare. Operando su due fronti. Vendendo gli assegni, che quando sono «puliti» hanno un loro bel prezzo sul mercato, oppure acquistando merce, abbigliamento, borse, scarpe ma anche elettrodomestici. Merce prontamente rivenduta sotto costo a commercianti, quasi sempre ambulanti, qualche volta ignari della truffa, spesso consapevoli di ricettare prodotti frutto di un illecito.L’impunità era quasi assicurata anche perché come spesso avviene nel commercio, la merce veniva pagata «30/60/90», vale a dire postdatando gli effetti. Anche perché molti grossisti poi li giravano a loro volta come fosse denaro contante. Spesso quindi l’assegno veniva protestato anche mesi dopo. A quel punto la banca iniziava a cercare il cliente, trovandosi di fronte a un disperato senza arte ne parte. Lasciando quasi sempre perdere. In una circostanza però qualche istituto di credito è andato a fondo, facendo scoprire la mega truffa. Impressionanti i numeri: il trucco andava avanti da almeno sei o sette anni, coinvolgendo almeno settanta barboni, titolari di almeno trecento conti in varie banche della Lombardia, con un giro di affari di almeno quindici milioni.

fonte:http://www.ilgiornale.it/milano/truffa_banche_15_milioni_manette_banda_clochard/23-10-2010/articolo-id=482127-page=0-comments=1

domenica 17 ottobre 2010

Guardiamoci intorno ogni tanto!

CORTEO FIOM:INDIFFERENTE A SFILATA CLOCHARD DORME SU MARCIAPIEDE

(AGI) – Roma, 16 ott. – Indifferente al suono dei fischietti, al ritmare dei tamburi, agli slogan dei manifestanti, un clochard sui 30 anni dorme, con accanto il suo cane meticcio, sul marciapiede di via Merulana, quasi all’angolo con piazza Santa Maria Maggiore. Davanti a lui sfilano a migliaia i manifestanti della Fiom, operai che chiedono diritti e il rispetto dei contratti di lavoro. Ai piedi del ragazzo una scatola di scarpe con qualche moneta e un cartello: “Signori sono in cerca di lavoro fate un’offerta”.
Qualcuno dei manifestanti si ferma a guardare, lascia qualche centesimo e poi se ne va.

fonte: http://www.scarpe-oggi.it/archives/0001455.html

sabato 16 ottobre 2010

Guardare e ascoltare!

La città con gli occhi di un senza fissa dimora

Vivere sulla propria pelle la povertà, quella vera, quella che ti fa dormire per strada, al freddo e mangiare gli avanzi. Torna a Roma, per il decimo anno consecutivo “La Notte dei Senza Dimora”, la storica manifestazione che chiama a raccolta le associazioni romane che lavorano quotidianamente con le persone senzatetto. In occasione della Giornata Mondiale ONU per la lotta alla povertà, sabato 16 e domenica 17 ottobre 2010 a Roma, un workshop e poi una serata di cultura, musica invoglieranno i cittadini a riflettere sui fenomeni connessi al disagio abitativo.

Si comincia con i lavori di “Non è solo un tetto!”, all’Antico Ospedale San Gallicano (16 ottobre, ore 10.30) dove ci si muoverà tra dibattiti e tavole rotonde, documentari, rappresentazioni di teatro-reportage e concerti seguendo le testimonianze e le storie di chi vive la sua vita ai margini della città. Durante l’evento verrà presentato Wheelly, un prototipo di “rifugio” mobile e trasportabile realizzato dagli architetti del progetto Zo_loft per le persone senza dimora. Previsti, fra gli altri, gli interventi di Aldo Morrone, direttore generale INMP (Istituto Nazionale Migranti e Povertà), Don Roberto Sardelli, Alessandro Radicchi, direttore dell'ONDS (Osservatorio Nazionale Disagio Sociale). Il 17 ottobre invece si invitano tutti i residenti a dormire per una notte in piazza, a San Lorenzo, come atto simbolico per dire no alla povertà e per denunciare le mancanze dell’assistenza, sensibilizzare i cittadini e coinvolgere nella vita sociale chi vive isolato dai centri luccicanti delle nostre metropoli.

Tra le tante iniziative correlate alla manifestazione “Portami a fare un giro”, un’esplorazione dei luoghi della città con gli occhi dei senza dimora. Poi una cena sociale offerta dalle associazioni, aperta a tutti e movimentata dalla Banda Popolare di Testaccio. La serata continua con la premiazione de “La vita di un senza dimora”, concorso di poesie e racconti ispirati dall’esperienza di vivere in strada. Infine musica con il concerto dei Vintage Factory. Ma, soprattutto, a mezzanotte sacco a pelo e si dorme in piazza.

www.lanottedeisenzadimora.it

fonte: http://www.unita.it/news/sociale/104559/la_citt_con_gli_occhi_di_un_senza_fissa_dimora

giovedì 14 ottobre 2010

Andiamo all'ikea?

"Riscalda la notte": Ikea raccoglie coperte per i clochard

Dal 15 al 24 ottobre Ikea Parma promuove ancora l’iniziativa “Riscalda la notte”: portando presso il punto vendita una vecchia coperta, un piumino o una trapunta (puliti e in un sacchetto) è possibile aiutare persone in difficoltà. Il materiale raccolto verrà distribuito a tutti i bisognosi (senzatetto, anziani privi di reddito, stranieri disoccupati) in collaborazione con l’ associazione locale Assistenza Pubblica – Parma Onlus. Per ogni vecchia coperta consegnata IKEA ringrazia con un buono acquisto del valore di € 10 (fino ad un massimo di cinque buoni), spendibile dal 25 ottobre al 31 dicembre 2010 presso il punto vendita di Parma.L’anno scorsoIkea ha raccolto 19.000 coperte in Italia, rendendo meno freddo l’inverno di tante persone bisognose; a Parma le coperte raccolte sono state 630 e, grazie alla collaborazione dell’ Assistenza Pubblica, sono state distribuite ai senza fissa dimora di Parma.

fonte: http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/1/58868/Riscalda_la_notte%3A_Ikea_raccoglie_coperte_per_i_clochard.html

E allora divorziamo!

Povertà, 800mila italiani ridotti a clochard per separazioni
13 OTT 2010

E divorzi, situazione grave anche per chi ha redditi non bassi.

Roma, Ottocentomila italiani, 80% uomini e 20% donne, sono ridotti a vivere da clochard, in situazioni di grave indigenza, a causa di separazioni e divorzi: una situazione che coinvolge non solo i cosiddetti 'poveri', ma anche impiegati ed operai che, sulla carta, godono di una busta paga di circa 2.000 euro netti al mese. Dai quali, però, devono essere detratte le spese per il mantenimento dei familiari o per il mutuo della casa coniugale, andando a prosciugare quasi il 70% del loro stipendio. A spiegare i dati resi noti dalla Caritas è il presidente nazionale Ami Gian Ettore Gassani che spiega come la Caritas stia "salvando dalla fame migliaia di persone del tutto insospettabili che, pur svolgendo attività lavorative di tutto rispetto sono costrette, non di rado in giacca e cravatta, a fare la fila ogni giorno per un piatto di pasta. Quando si calcola il numero dei poveri in Italia è fuorviante - spiega Gassani - legare l'analisi alla mera dichiarazione dei redditi in quanto essa non chiarisce le posizioni debitorie delle persone separate o divorziate".

fonte: http://www.apcom.net/newscronaca/20101013_174120_bd5d3b_99953.html

lunedì 11 ottobre 2010

NO Comment......

Sepolto a Vernazza Pavel Trubacs, il clochard ucciso alla stazione.













Cinque terre - riviera di levante
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Le sue ceneri staranno per sempre alle Cinque Terre.
E' infatti stato sepolto nel cimitero di Vernazza, il corpo di Pavel Trubacs, il clochard slovacco di 56 anni ucciso a calci e pugni tre settimane fa, mentro stava dormendo all'interno della sala d'aspetto della stazione di Corniglia. Dall'obitorio della Spezia il corpo è stato trasferito al camposanto per la sepoltura alla quale hanno presenziato sindaco e vice-sindaco, alcuni consiglieri comunali e qualche abitante. E' stata dunque l’amministrazione a provvedere alla procedura mentre nessuna della famiglia originaria era presente.

sabato 9 ottobre 2010

Parco naturale delle 5 Terre!! una meraviglia....

Cinque Terre, clochard massacrato

Carabinieri arrestano un dominicano

Un clochard slovacco è stato brutalmente ucciso alla stazione ferroviaria di Corniglia, nel parco nazionale delle Cinque Terre. I carabinieri della Spezia hanno già arrestato un uomo: si tratta di un dominicano, rintracciato nella stazione di Monterosso e incastrato da alcuni testimoni. L'uomo avrebbe avuto una colluttazione con la sua vittima, uccisa con calci, pugni, e perfino con l'uso di un bastone, secondo quanto ricostruito dai militari.

Cinque Terre, clochard massacrato

Secondo quanto si è appreso, alcuni testimoni avrebbero fornito dettagli importanti sulla dinamica e per l'individuazione dell'assassino. Si tratta di persone che sarebbero rimaste spaventate dalla furia che si stava scatenando accanto ai binari.

Il senzatetto di origine slovacca ucciso mentre dormiva nella sala d'attesa del terzo binario della stazione di Corniglia si chiamava Pavel Trubacs, e aveva 56 anni. Secondo i carabinieri la vittima si sarebbe trovata per puro caso sulla strada dell'assassino che in preda ad un raptus violento, forse dovuto ad un'alterazione da alcol o droghe, lo ha ucciso a calci e pugni.

Per l'omicidio è stato arrestato Perez Rodriguez Francisco de Jesus, 22 anni, che risulta essere residente a La Spezia. Sulla base di quanto emerso, il dominicano sarebbe sceso da un treno che nella notte viaggiava da Levanto verso La Spezia. A bordo del convoglio ferroviario, l'uomo è entrato in un vagone svegliando un viaggiatore a schiaffoni, senza motivo.

Il passeggero ha subito chiesto aiuto, sporgendo poi querela presso la Polizia Ferroviaria. Una volta a Corniglia il dominicano è quindi sceso, ha preso un bastone ed ha compiuto degli atti di vandalismo, prima di sfogare tutta la sua violenza su Trubacs. Adesso si trova in stato di fermo giudiziario. Dovrà chiarire di fronte al magistrato che cosa lo abbia portato ad una reazione tanto violenta ed incontrollata.

Fonte: http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo491475.shtml

giovedì 7 ottobre 2010

E da Noi?????

Un senzatetto al parlamento


La campagna elettorale per le elezioni di mediotermine negli Stati Uniti si apre con la proposta del candidato repubblicano dell'Arizona, Steve May, di candidare vagabondi e senzatetto a importanti cariche istituzionali.

Vagabondi e senza tetto nelle liste elettorali del Green Party dello Stato dell'Arizona. Il partito repubblicano passa all'attacco e inaugura così, promettendo di sostenere le candidature dei clochard, la campagna elettorale per le elezioni di medio-termine del prossimo 2 novembre negli Stati Uniti. L'idea, giudicata dai media statunitensi ai limiti della propaganda populista, viene dal candidato del Gop (Grand Old Party ndr) Steve May che nelle ultime ore è sceso per le strade di Tempe, nel sesto distretto elettorale dello Stato, per promuovere i suoi candidati.

Ira democratica. A quello che lo stesso May ha definito come "un allargamento della partecipazione elettorale" il partito democratico ha risposto con una denuncia ufficiale presso la magistratura dell'Arizona. Le accuse mosse dal partito dell'asinello all'annuncio di May è quella di voler deliberatamente togliere voti alla propria base elettorale con candidature "fantoccio e apertamente false". E se da una parte il candidato repubblicano non esclude questa eventualità ammettendo che "si, il ticket Green potrebbe attingere dalle preferenze dei democratici", dall'altra rigetta ogni accusa affermando davanti ai giornalisti: "Ho reclutato candidati? Si. Essi sono candidati fantoccio? Assolutamente no". Per confermare questa teoria lo stesso May è sceso nelle strade di Tempe per presentare i propri aspiranti politici. Noti col dispregiativo "Rats Mill" (topi di Mill) perché vivono su Mill Avenue, la striscia commerciale vicino alla sede dell'Università dell'Arizona, i futuri candidati hanno risposto uno ad uno alla chiamata del loro mecenate politico.

"Sei falso nonno?". Anthony Goshorn, di 53 anni, viene soprannominato "il nonno" fra i vagabondi di Tempe per la sua lunga barba bianca. Il prossimo 2 novembre concorrerà per un seggio al Senato statale. A lui May si è rivolto con tanto di telecamere e macchine fotografiche puntate addosso per chiedere: "Sei falso nonno?". "No. Io sono reale" ha risposto l'uomo non nascondendo una certa rabbia nei confronti dei detrattori della proposta che lo vede coinvolto in una potenziale entrata fra l'élite politica dello suo stato. Come lui anche Thomas Prati, 27 anni, che vive leggendo i tarocchi ai passanti e che "gode" di un'assicurazione a suo nome da meno di un dollaro, ha risposto allo stesso quesito retorico gridando: "Non sono falso". Il più agguerrito fra i "Rats Mill" sembra essere il ventenne Benjamin Pearcy in corsa per l'ambito seggio dell'Arizona Corporation Commission che gestisce, tra l'altro, i servizi pubblici e la sicurezza ferroviaria. Intervistato dal cronista del New York Times, Pearcy ha dichiarato di "prendere molto seriamente" la sua prima corsa a una carica pubblica. Ufficio molto ambito dal partito dell'asinello che non ha lesinato critiche pesanti come quella per cui la candidatura del cantante di strada Pearcy sarebbe uno "sporco gioco politico".

Stile Arizona. Repubblicani o democratici che siano, i politici, in Arizona confermano ancora una volta di avere poco tatto per le dichiarazioni che riguardano le questioni sociali. Dopo la crociata della governatrice Jan Brewer contro gli immigrati per i quali è stata prevista una legge che di fatto criminalizza chiunque non sia in possesso di regolare documento di permesso, è stata la volta della democratica Jackie Thrasher che ha commentato la proposta del ticket elettorale di May con toni ai limiti dell'umana decenza. Sconfitta alla tornata elettorale del 2008 per la sua rielezione al Parlamento di Stato proprio da un candidato del Green Party, Thrasher ha chiosato: "È incredibile. Non è giusto. È ingannevole. Se questi candidati fossero interessati a partecipare al processo democratico, dovrebbero legarsi al partito a cui sono interessati. Ciò che accade qui puzza di sporco. Non passa i controlli del cattivo odore".

Si avvia con queste premesse la campagna elettorale in Arizona. E ancora mancano due mesi per la chiamata alle urne.

Salviamo Asfalto!

Bologna a pranzo. Un pasto ai clochard

Oltre duecento senza fissa dimora a tavola. È la festa di San Francesco, offre l'Antoniano in collaborazione con il Comune. Ci sono il disoccupato «sulla soglia», la coppia di anziani, un giovane che da mesi non riesce più a pagare le rate del mutuo e un gruppo di rumeni. Il 15 ottobre, giornata mondiale contro la povertà, si replica

BOLOGNA. Ore 12 di un giorno di festa a Bologna, si celebra San Francesco e San Petronio, patrono della città. A pochi passi dalla grande basilica in piazza Maggiore, nel cortile d'onore di Palazzo d'Accursio, sede del municipio, c'è una lunga fila di persone in attesa di sedersi a tavola al pranzo di solidarietà organizzato e offerto dal centro di ascolto dell'Antoniano, insieme al Comune e ad alcuni rappresentanti dell'unione cuochi bolognesi. I commensali sono oltre duecento senza fissa dimora della città, ospiti ed utenti del centro e della mensa dell'Antoniano, comunità di frati francescani minori, dove ogni giorno si servono circa settanta coperti ad indigenti e persone in difficoltà, e di altre strutture cittadine che forniscono cibo e assistenza. Sembra un unico e lungo serpentone composto da venticinque tavoli da otto persone, dove si registra il tutto esaurito. Non è rimasto fuori nessuno, tutti sono riusciti a procurarsi i buoni pasto per partecipare, distribuiti nei giorni scorsi presso le mense per i poveri. Tutti a tavola per un pranzo di festa in piena regola, con un menu emiliano tradizionale degno di una tipica domenica in famiglia: lasagne verdi con ragù di manzo, per andare incontro agli stranieri che non mangiano carne di maiale, arrosto di tacchino con contorno di carote fagiolini e broccoli, ciambella, panna cotta, acqua e pane. Molti hanno con sé borse e valigie con tutte le loro cose, la maggior parte sono stranieri, circa l'80%. Tanti davanti a telecamere e macchine fotografiche si nascondono, qualcuno s'indispettisce, non vuol farsi riconoscere dalla famiglia o da amici che non sanno dell'attuale condizione di indigenza. Sono parecchie le persone finite in strada che nascondono il loro stato ai propri cari.
A servire ai tavoli ci sono trentacinque volontari, quasi tutti giovanissimi. Il cibo è stato offerto da panificatori e ristoratori. Il pranzo fila liscio e veloce, verso le 13 molti si alzano e vanno via verso la piazza per disperdersi per le stradine del centro, alcuni hanno sacchetti pieni di panini o la bottiglia dell'acqua avanzata a tavola sotto il braccio. Sembra un piccolo ed inesorabile esodo. Scappano alle loro vite, ai loro luoghi, quasi tutti a testa e occhi bassi, con pochi sorrisi e poche parole. Come una coppia di anziani, lei piccola, minuta e un po' curva che cammina lentamente con una valigetta e un sacchetto di pane, poco più avanti un uomo in giacca e cravatta la aspetta e le porge il braccio. C'è anche Antonio, senza fissa dimora molto conosciuto in città, sorridente e positivo, soddisfatto del pranzo che aspettava da giorni. Vicino a lui c'è Gabriele, 48 anni, bolognese, disoccupato, con una vita «sulla soglia» come dice lui, «quando sono con altri senzatetto mi sembra di essere uno di loro, ma quando rientro a casa penso di essere normale. È come vivere sdoppiato». Gabriele una casa ce l'ha ancora, anche se non ha un reddito e da mesi non riesce a pagare le rate del mutuo. La madre è morta pochi mesi fa, per lei, dopo tante difficoltà, è riuscito ad ottenere un funerale sociale, ma ora lui è ad un passo dal cadere nella vita di strada. Per pranzi e cene frequenta le mense e teme che presto perderà la casa. La sua, come le altre, è una storia difficile, è così anche per alcuni giovani rumeni venuti in Italia che nonostante le difficoltà preferiscono la vita in strada nel nostro paese piuttosto che tornare in Romania.
Piccoli frammenti di vita troppo spesso sconosciuti che l'Antoniano ha raccolto in un breve volume dal titolo Storie di ordinaria amministrazione. Avventure e vicissitudini di un Centro d'Ascolto a Bologna, per raccontare anche le difficoltà dei servizi sociali cittadini e la fatica quotidiana degli operatori. Il centro d'ascolto dell'Antoniano, aperto nell'ottobre del 2006 per aiutare le persone a rapportarsi con i servizi e le associazioni che operano a Bologna, in questi quattro anni ha incontrato quasi 1600 utenti. Frate Alessandro Caspoli da circa dieci anni direttore dell'Antoniano è contento per la riuscita del pranzo, tradizione che si ripete da alcuni anni, da quando nel 2004 si è festeggiato il cinquantesimo anniversario della sua chiesa. Da allora si è ripetuto tutti gli anni ad eccezione di un paio di volte. Nell'attesa del prossimo pranzo, per il 16 ottobre a Bologna è già pronto un fitto calendario di iniziative in occasione della giornata mondiale contro la povertà. Nel pomeriggio si terrà un'assemblea pubblica sul sistema del welfare bolognese, a seguire le storie di disagio sociale raccontate dagli stessi protagonisti e la proiezione di alcuni video. Per finire spettacoli teatrali, cena sociale, punti di raccolta di sacchi a pelo e coperte in previsione dell'emergenza freddo e concerto del gruppo Il Parto delle nuvole pesanti.

Fonte: Linda Chiaromonte - il manifesto
| 07 Ottobre 2010

lunedì 4 ottobre 2010

Roma er capitale!!


E il Verano diventa una tendopoli per clochard

Venerdí 20.08.2010 20:00

L'estate si sa è tempo di campeggi, ma non solo nei luoghi di villeggiatura. Sono tanti i clochard che dormono e bivaccano nelle aiuole di fronte alla Basilica di San Lorenzo fuori le mura.

Uno di loro ha piazzato anche una piccola tenda da campeggio all'interno della siepe posizionata alle spalle della statua che ricorda Papa Pio XII, in modo da poter avere un tetto sotto al quale dormire anche durante le notti d'estate. L'area verde, alle spalle dei chioschi di fiori che servono il cimitero monumentale del Verano, è spesso luogo di bivacco di persone senza fissa dimora.

Quest'anno alcuni clochard, per fuggire alla calura estiva, di giorno cercano refrigerio sotto agli alberi dell'area verde di piazzale del Verano, mentre di notte dormono al riparto di alcune siepi. C'è chi si è ricavato un giaciglio di fortuna con dei cartoni e chi invece ß riuscito a piantare anche una piccola tenda da campeggio.

fonte: http://www.affaritaliani.it/roma/e_verano_diventa_tendopoli_per_clochard190810.html



Un pò di cultura!

Booksblog ci segnala un libro da leggere per capire un fenomeno e per conoscere una storia di emarginazione da chi l’ha vissuta in prima persona. E’ il libro autobiografico di un clochard milanese, “Le viscere della citta”, (Mursia editore), scritto da Mario De Nicolais.

Morto nel 97 all’età di 80 anni, Mario è quello che si dice un grande uomo. La sua è una storia che potrebbe riempire una fiction televisiva; un uomo che visse tre vite: figlio del questore di Milano nel primo dopoguerra, poi imprenditore fallito e infine barbone nella Milano di oggi per 4 anni. A sessant’anni il riscatto: volontario a sua volta nella parrocchia di san Carlo al Corso e promotore di iniziative a favore degli emarginati.

Prima della sua morte al Corriere mandò una lettera che concludeva così:

Io penso che Milan l’è on gran Milan e chissà che prima o poi non sorga una classe dirigente degna di questo nome in grado di difenderci dalle ruberie del resto d’Italia e che finalmente, per migliorare la vita di chi è stato meno fortunato di altri, si possa essere in grado di utilizzare le nostre risorse, che sono sempre notevoli

Di lui racconta Antonio Papi Rossi, presidente della Cena dell’Amicizia, storica associazione che si occupa di senza dimora: “Era un uomo straordinario. Conosceva bene anche gli angoli più remoti della città dove sapeva che c’erano un uomo o una donna abbandonati a se stessi. Andava da loro, sapeva ascoltarli e condivideva la loro vita da emarginati”.