giovedì 7 ottobre 2010

Salviamo Asfalto!

Bologna a pranzo. Un pasto ai clochard

Oltre duecento senza fissa dimora a tavola. È la festa di San Francesco, offre l'Antoniano in collaborazione con il Comune. Ci sono il disoccupato «sulla soglia», la coppia di anziani, un giovane che da mesi non riesce più a pagare le rate del mutuo e un gruppo di rumeni. Il 15 ottobre, giornata mondiale contro la povertà, si replica

BOLOGNA. Ore 12 di un giorno di festa a Bologna, si celebra San Francesco e San Petronio, patrono della città. A pochi passi dalla grande basilica in piazza Maggiore, nel cortile d'onore di Palazzo d'Accursio, sede del municipio, c'è una lunga fila di persone in attesa di sedersi a tavola al pranzo di solidarietà organizzato e offerto dal centro di ascolto dell'Antoniano, insieme al Comune e ad alcuni rappresentanti dell'unione cuochi bolognesi. I commensali sono oltre duecento senza fissa dimora della città, ospiti ed utenti del centro e della mensa dell'Antoniano, comunità di frati francescani minori, dove ogni giorno si servono circa settanta coperti ad indigenti e persone in difficoltà, e di altre strutture cittadine che forniscono cibo e assistenza. Sembra un unico e lungo serpentone composto da venticinque tavoli da otto persone, dove si registra il tutto esaurito. Non è rimasto fuori nessuno, tutti sono riusciti a procurarsi i buoni pasto per partecipare, distribuiti nei giorni scorsi presso le mense per i poveri. Tutti a tavola per un pranzo di festa in piena regola, con un menu emiliano tradizionale degno di una tipica domenica in famiglia: lasagne verdi con ragù di manzo, per andare incontro agli stranieri che non mangiano carne di maiale, arrosto di tacchino con contorno di carote fagiolini e broccoli, ciambella, panna cotta, acqua e pane. Molti hanno con sé borse e valigie con tutte le loro cose, la maggior parte sono stranieri, circa l'80%. Tanti davanti a telecamere e macchine fotografiche si nascondono, qualcuno s'indispettisce, non vuol farsi riconoscere dalla famiglia o da amici che non sanno dell'attuale condizione di indigenza. Sono parecchie le persone finite in strada che nascondono il loro stato ai propri cari.
A servire ai tavoli ci sono trentacinque volontari, quasi tutti giovanissimi. Il cibo è stato offerto da panificatori e ristoratori. Il pranzo fila liscio e veloce, verso le 13 molti si alzano e vanno via verso la piazza per disperdersi per le stradine del centro, alcuni hanno sacchetti pieni di panini o la bottiglia dell'acqua avanzata a tavola sotto il braccio. Sembra un piccolo ed inesorabile esodo. Scappano alle loro vite, ai loro luoghi, quasi tutti a testa e occhi bassi, con pochi sorrisi e poche parole. Come una coppia di anziani, lei piccola, minuta e un po' curva che cammina lentamente con una valigetta e un sacchetto di pane, poco più avanti un uomo in giacca e cravatta la aspetta e le porge il braccio. C'è anche Antonio, senza fissa dimora molto conosciuto in città, sorridente e positivo, soddisfatto del pranzo che aspettava da giorni. Vicino a lui c'è Gabriele, 48 anni, bolognese, disoccupato, con una vita «sulla soglia» come dice lui, «quando sono con altri senzatetto mi sembra di essere uno di loro, ma quando rientro a casa penso di essere normale. È come vivere sdoppiato». Gabriele una casa ce l'ha ancora, anche se non ha un reddito e da mesi non riesce a pagare le rate del mutuo. La madre è morta pochi mesi fa, per lei, dopo tante difficoltà, è riuscito ad ottenere un funerale sociale, ma ora lui è ad un passo dal cadere nella vita di strada. Per pranzi e cene frequenta le mense e teme che presto perderà la casa. La sua, come le altre, è una storia difficile, è così anche per alcuni giovani rumeni venuti in Italia che nonostante le difficoltà preferiscono la vita in strada nel nostro paese piuttosto che tornare in Romania.
Piccoli frammenti di vita troppo spesso sconosciuti che l'Antoniano ha raccolto in un breve volume dal titolo Storie di ordinaria amministrazione. Avventure e vicissitudini di un Centro d'Ascolto a Bologna, per raccontare anche le difficoltà dei servizi sociali cittadini e la fatica quotidiana degli operatori. Il centro d'ascolto dell'Antoniano, aperto nell'ottobre del 2006 per aiutare le persone a rapportarsi con i servizi e le associazioni che operano a Bologna, in questi quattro anni ha incontrato quasi 1600 utenti. Frate Alessandro Caspoli da circa dieci anni direttore dell'Antoniano è contento per la riuscita del pranzo, tradizione che si ripete da alcuni anni, da quando nel 2004 si è festeggiato il cinquantesimo anniversario della sua chiesa. Da allora si è ripetuto tutti gli anni ad eccezione di un paio di volte. Nell'attesa del prossimo pranzo, per il 16 ottobre a Bologna è già pronto un fitto calendario di iniziative in occasione della giornata mondiale contro la povertà. Nel pomeriggio si terrà un'assemblea pubblica sul sistema del welfare bolognese, a seguire le storie di disagio sociale raccontate dagli stessi protagonisti e la proiezione di alcuni video. Per finire spettacoli teatrali, cena sociale, punti di raccolta di sacchi a pelo e coperte in previsione dell'emergenza freddo e concerto del gruppo Il Parto delle nuvole pesanti.

Fonte: Linda Chiaromonte - il manifesto
| 07 Ottobre 2010

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