mercoledì 16 dicembre 2009

Ora dalle parole ai fatti , fà freddo!!!

Aiuti ai poveri, cattolici in campo

16 dicembre 2009 - Secolo xix levante

L’accoglienza dell’altro - e del povero in particolare - è l’essenza stessa della cristianità. Per questo, non può esserci discussione sul fatto che chi vive la propria vita cercando nel volto degli altri il senso del Natale sia incondizionatamente favorevole - a prescindere, verrebbe voglia di dire - alla realizzazione di strutture finalizzate a dare riparo ai meno fortunati.

È questo il significato della forte presa di posizione che il mondo cattolico chiavarese ha assunto nei confronti del progetto di un centro di accoglienza per persone senza dimora, oggetto di molte polemiche nei mesi scorsi. Un progetto portato avanti dalla diocesi e dal Villaggio del Ragazzo in particolare, che vorrebbero realizzare la struttura di accoglienza per i senza fissa dimora, un presidio unico tra Genova e La Spezia nell’edificio del centro “Franco Chiarella” di Sampierdicanne. Contro questa iniziativa si è espresso qualche tempo fa il sindaco Vittorio Agostino, secondo il quale un rifugio di questo tipo non farebbe altro che acuire il problema dei vagabondi in città, attirandone in numero ancora superiore a quello attuale. Oggi, per la prima volta, numerose sigle della galassia dei movimenti e dell’associazionismo cattolico cittadino hanno sottoscritto un documento comune, dal titolo particolarmente significativo (“Non c’era posto per loro...”) in questi giorni di attesa del Natale. Le firme sono quelle di Acli, Agesci Gruppo Tigullio, Azione Cattolica diocesana, Cammino Neocatecumenale, Caritas diocesana, Comunione e Liberazione, Movimento dei Focolari e Rinnovamento nello Spirito Santo.

«L’attenzione ai più poveri e ai più deboli, quando si traduce in gesti concreti, rappresenta una provocazione che interpella l’intera società civile - vi si legge - e per noi cristiani assume un valore ancora più impegnativo e significativo alla luce degli insegnamenti del Vangelo. In questi giorni abbiamo assistito ad un acceso dibattito sull’opportunità o meno di realizzare a Chiavari un progetto diocesano per l’ospitalità a persone che non hanno una dimora, iniziativa sostenuta anche dal nostro vescovo». Nell’esprimere «in modo fermo» il loro sostegno alla realizzazione del progetto del centro di accoglienza per persone senza dimora, i firmatari del documento sentono l’urgenza «di una seria riflessione sul problema dell’aiuto a chi è nel bisogno e ai poveri, che superi le categorie normali di giudizio: indifferenza, tentazione di mettere al margine, sforzi volontaristici di facciata. Nel quattrocentesimo anno della manifestazione della Madonna dell’Orto è la figura stessa di Maria - colei che, seppur con timore, decide di accettare e custodire nella sua vita l’inatteso e sconosciuto - a testimoniarci per prima la natura della carità cristiana: l’accogliere. Un’accoglienza incondizionata, che non giudica e non pretende, ma che riconosce in colui che ha di fronte la dignità dell’uomo. Di ogni uomo, unico e irripetibile, immagine del Mistero di Dio. Il Povero richiama tutti alla responsabilità di costruire occasioni che restituiscano dignità a ogni uomo, per promuovere un vivere sociale più sicuro e giusto».

Al di là della presa di posizione pura e semplice in difesa del progetto, l’iniziativa di associazioni e movimenti cattolici pone un problema molto più profondo: l’idea di città che si vuole promuovere e il posto che in essa possono avere (o non avere) gli “altri”.

È un tema che le sigle della galassia cattolica pongono con forza, facendo fronte comune in difesa di un’iniziativa per la quale - come è stato ricordato - si era speso in prima persona anche il vescovo diocesano, monsignor Alberto Tanasini.

Nessun commento: