mercoledì 14 ottobre 2009

Ci Risiamo!!!

Fara, tornano i senzatetto

14 ottobre 2009
| Simone Schiaffino

Secolo xix - Levante

Ex colonia Fara violata, ancora una volta, nel disperato tentativo di trovare un riparo. Le inferriate saldate alle finestre non hanno retto, i “tondini” sono stati segati e piegati verso l’esterno, per permettere l’accesso a locali al coperto, al piano terra dell’edificio di Preli. Perché il freddo incalza: la stagione calda è finita, e la comunità di stranieri che bivaccano in città sta cercando di organizzarsi per l’inverno. I romeni sono tornati all’ex colonia, dopo innumerevoli sgomberi, interventi di muratura a porte e finestre, posizionamento di sbarramenti in metallo alle aperture accessibili del grattacielo sul mare. Disabitato ormai da anni, se non fosse per la loro, saltuaria presenza.

Ed è allarme in città per la crescita del numero di romeni che stazionano nei pressi dello scalo ferroviario, della passeggiata a mare, del centro storico. Chiedendo l’elemosina, anche con modi insistenti, bevendo birra sulle panchine, accampandosi dove capita. Per poi andare a dormire all’ex colonia. Dove, sotto il porticato del piano terra, è già stato allestito un fornelletto di fortuna, e dove, su un ripiano, ci sono razioni di cibo e pentole sporche. Poco distante, una finestra con l’inferriata divelta funge da accesso a due stanze, riattate a povere camere da letto, con materassi, vestiti piegati, bottiglie d’acqua e sedie ripulite alla bell’e meglio. Tutto esattamente come un anno fa, quando le ruspe e gli uomini del Comune avevano abbattuto una vera baraccopoli all’esterno del fatiscente grattacielo di Preli e rimosso materassi e mobilio di fortuna ai primi piani dell’edificio.

«I controlli ci sono: verifichiamo i documenti dei senza fissa dimora e ogni mattina rimuoviamo giacigli abusivi e rifiuti abbandonati - dice Vittorio Agostino, sindaco di Chiavari, impegnato in questi giorni in un botta e risposta sulla questione romeni con il consigliere comunale Pdl Emanuele Rustichelli (vedi articolo a fianco) -. Quanto all’intrusione nella ex colonia Fara, provvederemo come abbiamo sempre fatto. Il problema però è a monte: queste persone sono cittadini europei, e secondo il trattato di Schengen possono circolare liberamente in tutta Europa. Questa è materia per i governi - conclude il primo cittadino chiavarese - non dei Comuni, che in tal senso non possono certo legiferare».

Di qualche giorno fa una lettera al Comune da parte di commercianti e residenti della zona di piazza San Giovanni, per lamentare la massiccia presenza di questuanti stranieri, particolarmente insistenti, soprattutto all’ora dell’uscita dalla messa, intorno alle 18. Poi le segnalazioni, sempre più numerose, al comando di polizia municipale, in merito agli stessi romeni che occupano il sottopassaggio che dalla stazione ferroviaria porta al lungomare.

Proprio sulla passeggiata chiavarese, ieri, il bivacco dei romeni ha generato un episodio di violenza, con intervento di carabinieri e polizia municipale. Sono le 15, nell’area verde sul mare all’altezza di piazza Leonardi. Ci sediamo su una panchina vicino ad un gruppo di romeni: c’è un uomo completamente ubriaco, e molesto. Poi ci sono due donne, sedute da una parte e altri ragazzi, tutti romeni. Uno dei giovani ci raggiunge in bicicletta per chiederci una sigaretta. Domandiamo perché il suo connazionale più anziano sia così agitato. «Lucian beve sempre troppo», dice il ragazzo straniero, prima di pedalare via, verso il gruppo. All’assembramento si avvicina una giovane romena, proveniente dal sottopassaggio della ferrovia. Quello che sappiamo chiamarsi Lucian inveisce contro di lei, prima a parole, poi tenta di colpirla con uno schiaffo. Urla il suo nome: «Amandi!», poi grida in romeno, poi la chiama innumerevoli volte, mentre gli altri uomini tentano di calmarlo. Finché lei gli porge due banconote da 10 euro. È possibile che quei soldi siano il risultato dell’accattonaggio oppure di altra più redditizia attività. Ma Lucian sbraita, grida ancora sventolando i soldi, che poi mette in tasca. Forse sono troppo pochi per la sua aspettativa di guadagno. E così, fulmineamente, colpisce la ragazza al viso. Un pugno che quasi fa cadere a terra la giovane. Gli altri romeni lo bloccano e lo costringono a sedersi su una panchina. In un attimo arrivano ai giardini pubblici una gazzella dei carabinieri e un’autopattuglia della polizia municipale, probabilmente chiamate da qualcuno, tra i numerosi passanti, che ha assistito alla scena di violenza e schiamazzi. Gli animi si placano istantaneamente, alla vista degli uomini in divisa. Vengono chiesti i documenti, e tutti risultato essere romeni, quindi cittadini europei in regola con le norme sull’immigrazione. Tutto questo mentre Amandi, la ragazza picchiata, si massaggiava la guancia arrossata, seduta su una panchina poco distante. La giovane non sembra aver denunciato alcunché di quanto le era appena accaduto.

Il nostro breve viaggio si conclude in altre due “mete” dei senza tetto nel Tigullio: sulla sponda destra della foce dell’Entella, nelle vicinanze del Lido, dove nessuno sembra aver violato le inferriate per ripararsi al coperto; e all’ex hotel Astoria, a Lavagna, dove, sul retro dell’edificio, abbiamo trovato soltanto un paio di materassi sotto il portico.

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