lunedì 2 aprile 2012
Complimenti !
lunedì 13 febbraio 2012
Storia di Wainer, senzatetto, diventato “l’angelo” dei clochard di Milano
Italiano, quarant’anni, gli ultimi otto dei quali trascorsi a vivere per strada: é la storia di Wainer, l’angelo buono dei clochard di Milano. E’ lui che con altri cinquanta volontari e diverse associazioni collabora al progetto antifreddo del Comune di Milano. Ogni sera intorno alle nove si comincia il giro, “quando la mattina non ci sono necrologi vuol dire che abbiamo fatto un buon lavoro” ci dice “lo faccio per la mia famiglia”… Famiglia? Quindi c’è qualcuno da cui tornare?! “La mia famiglia è la strada”, precisa.
Wainer ci racconta la sua storia. Otto anni fa era responsabile del personale di un supermercato, poi l’azienda per la quale lavorava è fallita: bancarotta fraudolenta; e così da un giorno all’altro si è trovato senza un lavoro: “I miei genitori sono morti tanti anni fa, sono figlio unico di figli unici, quindi sono solo al mondo. Quando ho perso il lavoro non sono più stato in grado di pagare l’affitto e dopo qualche mese mi hanno sbattuto fuori di casa; poi mi sono scaduti i documenti e senza un domicilio non te li rinnovano e in un attimo non ero più nessuno.
Vivevo in due metri quadri di cartone, in pieno centro però: galleria San Cristoforo - ci dice sarcastico - devi vedere che gente che c’è lì. Più sono ricchi e meno ti guardano; ma la strada mi ha accolto e mi ha insegnato a vivere con le sue regole, ci ho passato otto anni”.
Adesso dove vive?
“Io non mi sono mai arreso e ho sempre cercato di darmi da fare; così sono entrato in contatto con il Comune e adesso aiuto i senza tetto a stare meglio; vivo in una casa che mi è stata assegnata dai servizi sociali e sono riuscito a rifarmi i documenti e piano piano sto provando in tutti i modi a rientrare nel circuito, ma non in molti tra i “barba” hanno questo spirito”.
Che percentuale di senza fissa dimora italiani ci sono?
“Intorno al 30%, ma in crescita. Sapeste quanta disperazione c’è per le strade, specie in queste notti di inverno sopravvivere è un miracolo.”
Wainer fa parte dell’associazione “clochard alla riscossa” e ha messo a disposizione -oltre al numero verde del Comune- il suo telefono cellulare per segnalare la presenza di senza tetto per le strade della città. “Il mio telefono è acceso sempre. Vi prego chiamate, segnalateci se ci sono persone che dormono per strada, anche se sembrano in buono stato noi preferiamo andare a portargli delle coperte. Il pericolo è che bevano talmente tanto da non sentire il freddo e che muoiano assiderati senza neanche accorgersene. Col Comune stiamo facendo un grande lavoro, stiamo cercando di superare paura e diffidenza per ridare un briciolo di speranza a chi non ne ha più.
Il messaggio che vorremmo far girare è che non serve essere dimenticati da Dio e dal mondo per finire per strada. Io fino a otto anni fa ero un “fighetto”, andavo fuori a cena e facevo le vacanze al mare, poi ho perso tutto, ma mai la mia dignità e la voglia di credere in qualcosa. Il mio desiderio più grande ora sarebbe quello di non vedere più nessuno chiedere l’elemosina”
Intanto stasera si ricomincia: appuntamento alle 21.00 a piazza Fontana. “Il Comune si fida di noi perchè tra chocard ci intendiamo e noi senza tetto sappiamo dove andare a trovare altri senza tetto, e magari anche stasera riusciremo a salvare un essere umano da una bruttissima fine: morire è sempre brutto, ma da soli, in una grande città, nel cuore della notte mentre gli altri riposano al caldo non lo auguro a nessuno”
fonte con videointervista : http://blog.panorama.it/italia/2012/02/07/storia-di-wainer-senzatetto-diventato-langelo-dei-clochard-di-milano/
Non esistono altri commenti!
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"Ecco, a questo siamo arrivati in questa città: ad avere un dormitorio pubblico necessario soprattutto nei giorni di emergenza freddo, e non renderlo disponibile, lasciandoci assistere a una scena di così grave disperazione. Se non ora, quando si provvederà ad accogliere i bisognosi di un letto caldo anche in questa città, come succede in tutto il resto d'Italia? A detta dei volontari che hanno collaborato alla sua costruzione, al dormitorio di Latina i lavori sarebbero stati ultimati, e allora non si capisce il motivo per cui il Comune non chiarisce i motivi della mancata apertura del nuovo e definitivo centro di accoglienza" ha dichiarato Sabrina Marangon.
"Effettivamente la nuova struttura esiste ed è pronta ad ospitare 25/30 persone, ma il Comune nonostante le numerose richieste non ci fa sapere nulla". La Marangon insiste così sul fatto che da anni non si fa a Latina una sorta di censimento di coloro che non hanno un'abitazione, "quindi non si sa nemmeno quante sono le persone che necessitano di accoglienza ed è per questo motivo che si rende assolutamente necessario procedere celermente a fare una verifica del numero, almeno orientativo, di quanti siano i senzatetto".
fonte: http://www.latinatoday.it/cronaca/emergenza-freddo-dormitorio-latina-polemica-api.html
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lunedì 20 dicembre 2010
E non erano in autostrada!!
Neve e gelo attanagliano l’Italia del nord: morti tre senzatetto
NEVE E GELO IN ITALIA – Dopo l´incubo vissuto venerdì scorso sull´Autosole, quella di sabato è stata un´altra notte difficile in Toscana per gli automobilisti rimasti intrappolati sulla Firenze-Siena, chiusa per decisione dell´Anas e della Protezione civile alle 21, così da consentire il deflusso delle auto in coda per oltre 13 chilometri nella carreggiata ostruita da mezzi sbandati e non rimossi. Prima sono uscite le macchine, poi i camion. Fino alle quattro del mattino una lentissima processione di veicoli ha abbandonato l´Autopalio, rimasta poi sbarrata fino a ieri sera. La circolazione è ancora interrotta nel tratto Bargino-Firenze, invaso dal ghiaccio.
Anche se la grande emergenza è passata, il gelo continua ad attanagliare tutto il Centro nord, in particolare Piemonte, Liguria ed Emilia dove il termometro è sceso parecchi gradi sotto zero. La pioggia segnerà una piccola tregua ma nei prossimi giorni l´Italia tornerà a tremare. Tre clochard sono morti nella notte di sabato a Varese, Torino e Pescara. Oggi nuova allerta meteo in Emilia-Romagna, dove potrebbe nevicare in montagna e in collina mentre nelle pianure ci saranno gelate. Il prefetto di Bologna ha vietato la circolazione ai Tir dalle 22 di ieri sera alle 7 di stamattina su tutto il territorio provinciale, autostrade comprese. Intanto si contano i danni del ghiaccio alle coltivazioni dei campi, dieci milioni di euro secondo la Coldiretti. In più si dovranno calcolare le perdite dei prodotti deperibili provocate dal blocco del traffico su gomma su cui ancora viaggia l´84 per cento delle merci in Italia.
Giornata nerissima anche per i tifosi di Genoa e Sampdoria che si sono visti annullare all´ultimo momento, causa neve, il derby previsto allo stadio Marassi. Oltre 35mila spettatori sono rimasti a bocca asciutta: il sindaco di Genova ha deciso di rinviare la partita a data da destinarsi per mancanza di condizioni di sicurezza. In Toscana tre persone sono morte in incidenti stradali dovuti alla neve, mentre a Firenze le scuole resteranno chiuse anche oggi e gli autobus non viaggeranno a pieno ritmo. Il sindaco Renzi spera nella pioggia, che da stasera dovrebbe cominciare a scendere abbondante.
Il freddo uccide chi vive e dorme in strada. A Varese è morto un clochard molto conosciuto, Antonio Mario Napolitano. Passava la notte steso su dei cartoni e avvolto in un rotolo di coperte davanti alla sede della Ubi Banca, in via Battistero. È lì che lo hanno trovato ieri mattina, per lui non c´era più niente da fare. Napolitano, 64 anni, era stato un restauratore di mobili, finito in strada qualche anno fa, così almeno raccontava, dopo la separazione dalla moglie. I commercianti gli offrivano cibo e gli regalavano vestiti usati, a volte tenevano al sicuro in negozio le sue borse, che erano tutto ciò che aveva. E nel centro di Torino viveva un altro clochard ucciso dal gelo, Sergio Manunza, 54 anni, originario di Cagliari. Aveva allestito un accampamento di fortuna in un angolo dei portici del centro ed è morto nel sonno, il suo fisico non ha retto ai meno 5 gradi raggiunti nella notte in città. Aveva un posto letto garantito dal Comune ma è rimasto all´aperto. Anche a Pescara un senzatetto è stato trovato morto ieri pomeriggio in una baracca abusiva del parco D´Avalos. Era un polacco di 47 anni, a dare l´allarme è stata la moglie che era insieme a lui. Il gelo lo ha ucciso nel sonno.
fonte: http://www.direttanews.it/2010/12/20/repubblica-neve-e-gelo-attanagliano-litalia-del-nord-morti-tre-senzatetto/
martedì 7 dicembre 2010
Freddo Killer!
Mentre il maltempo concede una tregua all’Italia il resto d’Europa è nel pieno di un’ondata di gelo e neve, che è costata la vita a decine (soprattutto senza tetto) di persone negli ultimi giorni e che ha messo in difficoltà gran parte del traffico nel Vecchio continente. Nei Balcani le alluvioni hanno costretto a evacuare circa mille persone, secondo quanto riferisce la Bbc, mentre Francia, Germania e Inghilterra sono alle prese con seri problemi nei trasporti che hanno costretto a chiudere diversi scali nel Nord Europa. Negli ultimi due giorni a causa del freddo sono morte almeno 11 persone in Russia, tre in Francia e una in Germania, cui si sommano gli almeno 30 clochard deceduti in Polonia con il crollo delle temperature, che hanno toccato anche i meno 33 gradi.
MOLTE LINEE ferroviarie nel Nord Europa subiranno forti ritardi per tutto il fine settimana. E l’Eurotunnel — che collega Parigi, Londra e Bruxelles — ha avvertito i passeggeri che il treno subirà «notevoli riduzioni e cancellazioni» almeno fino a questa sera. L’ondata di gelo ha costretto molti aeroporti alla chiusura, soprattutto in Inghilterra dove lo scalo londinese di Gatwick è rimasto chiuso per due giorni a causa della neve, cancellando oltre 1.200 voli. A Parigi ieri situazione critica all’aeroporto di Roissy-Charles De Gaulle dove la direzione generale ha chiesto alle compagnie di ridurre del 20% il traffico aereo a causa del maltempo.
fonte: http://qn.quotidiano.net/primo_piano/2010/12/05/424695-gelo_siberiano_londra_parigi_vanno_tilt.shtml
domenica 28 novembre 2010
Nooo mica è così freddo!!
Clochard muore a Piacenza, freddo probabile causa
26 novembre, 14:59PIACENZA - Il corpo senza vita di un uomo clandestino di origini pachistane e' stato trovato nel seminterrato di un grattacielo di venti piani a Piacenza. Probabilmente e' morto a causa del freddo. La vittima, che aveva 34 anni, e' stata casualmente trovata ier a mezzogiorno dal portiere del grattacielo. ''Era nel secondo seminterrato del grattacielo - ha raccontato - un autentico labirinto di corridoi. Io e l'amministratore ci eravamo recati in quel punto per un malfunzionamento dell'impianto idrico. Era steso su una griglia. Ho capito subito che era accaduto qualcosa di brutto ed ho chiamato i soccorsi''.
Per i soccorritori del 118 il decesso, probabilmente dovuto al freddo, era avvenuto diverse ore prima. La vittima era stata espulsa perche' clandestina ma era sempre rimasta a Piacenza dove viveva come senzatetto. Nella notte ha probabilmente raggiunto i sotterranei del grattacielo dalle rimesse. Si e' steso su una griglia di ferro. Non aveva coperte e indossava solo un giubbetto e un paio di pantaloni di una tuta da ginnastica. Accanto al suo corpo disteso, una borsa di cellophane con pochi oggetti personali.
domenica 24 gennaio 2010
Facciamo la conta!!
L'uomo giaceva all'angolo tra via IV Novembre e piazza Duca d'Aosta
Chochard trovato morto in Centrale
I vigilantes della stazione hanno chiamato i soccorsi ma era troppo tardi. Possibili cause il freddo o un malore
MILANO - Un clochard dell'apparente età di 50 anni è stato trovato morto all'alba di venerdì nelle adiacenze della Stazione Centrale di Milano. A notarlo, all'angolo tra via IV Novembre e piazza Duca d'Aosta, sono stati gli uomini del servizio di sicurezza dello scalo, poco dopo le 4 del mattino. L'uomo non dava segni di vita e i vigilantes hanno avvertito il 118. Gli operatori sul posto hanno constato il decesso del senzatetto, che non aveva alcun documento con sé. Ancora da stabilire se il clochard sia morto per il freddo pungente o per un malore.
Redazione online
22 gennaio 2010 - Corriere della sera milano
lunedì 21 dicembre 2009
Il freddo è un emergenza!
La situazione dei clochard è resa critica dal gelo di questi giorni.
Tra i clochard della stazione dove un posto può costare molto, anche la vita.
MARIA CORBI- La Stampa
ROMA
Carla Bruni ha un amico clochard. Lo ha detto lei.
A Napoli Massimiliano Rosolino, Peppino di Capri e altri vip hanno posato per una mostra di foto vestiti come clochard domandandosi: «Se la mia strada fosse stata un’altra?». Ma non basta coprirsi di stracci, o fermarsi a fare due chiacchiere con loro, per capire cosa sia passare le giornate buttati per strada, sui marciapiedi, mendicando un cartone dove sdraiarsi, dormendo seduti perché così è meno probabile, ma solo un po’, che non ti facciano sgombrare da quel putrido angoletto riparato che hai faticosamente guadagnato. Carlà e gli altri dovrebbero girare per la stazione Termini per avvicinarsi a capire, per aprire un varco in quell’inferno che vivono solo a Roma più di seimila persone. Di giorno trascinandosi per i binari e le gallerie, di notte cercando di rimanere in zona, in quel quadrilatero che ormai è terra di disperazione e di emarginazione. E’ Natale. Ma per loro non cambia nulla se non per qualche fetta di panettone condivisa all’ostello della Caritas o per strada portata da qualche volontario. Stefano ha 48 anni. «Credo», dice. Perché l’alcool e il freddo in questi lunghi anni senza tetto hanno lasciato il segno, cancellato pezzi della sua storia. «Ero un impiegato», racconta. «Avevo una fidanzata e una casetta a Latina», dice. Quanto tempo fa? Gli occhi dell’uomo segnati da sottilissime rughe si abbassano come frugando nella memoria. Forse scacciando ricordi. Non parla. «Lei è qui ad ascoltare la mia storia perché è Natale è vero? Vuole sentirsi più buona?». Gli dico che sono qui perché hanno ammazzato un clochard pochi giorni fa, per un posto al caldo. «Lo so», dice alzando le spalle. «Non era uno stinco di santo neanche lui». «Un tempo esistevano le precedenze», spiega. «Chi era qui da più tempo aveva diritto al suo posto. Oggi con questi stranieri non è più così». Perché qui, nelle strade che affacciano sugli ingressi della stazione si consumano non solo fame e freddo, ma lotte tra poveri. I due romeni che hanno arrestato per l’omicidio del clochard ucraino colpevole di avere un giaciglio più caldo del loro facevano parte di una banda che taglieggiava i senza tetto. Tutto è possibile in questa terra di nessuno e non è bastato chiudere le porte della stazione di notte (decisione presa nell’anno del Giubileo) per ridare umanità a questi luoghi. E’ servito solo a non vedere, a spostare queste vite senza diritti e senza futuro qualche strada più in la. O peggio a far «emigrare» queste persone lungo il Tevere, che però cresce improvvisamente in periodi di maltempo. E’ Natale. E la mensa della Caritas a via Marsala apre come al solito alle cinque, una lunga coda per entrare e avere un pasto caldo e un letto. Il 60 per cento delle persone che cercano aiuto sono straniere. Igor ha sessant’anni viene dall’Ucraina come Alexei, il barbone ucciso. «Non me ne frega niente se è Natale, io non so nemmeno in che mese siamo, la mia vita è per strada da 25 anni ormai, nessuno mi ha mai teso una mano. Cosa faccio? Rubo». Camminando sotto la galleria gommata della stazione incontro Caterina. Ha un carrello della spesa dove ha stipato la sua vita, una coperta per cappotto, le scarpe logore. Racconta di una vita che non ha mai regalato niente, da quando bambina è stata data in affido, un matrimonio con un marito manesco, ad oggi che vive senza niente, con l’unica compagnia dell’alcool. «Mi aiuta», dice. E ha ragione lei. Al binario 1 c’è l’Help center che si rivolge ai senza fissa dimora, agli anziani bisognosi, ai migranti e alle persone disagiate che si trovano in stazione. Uno sportello di base che opera con la sala operativa sociale del comune di Roma e con le Ferrovie dello Stato. Già a maggio Fabrizio Schedid uno degli operatori della struttura aveva avvertito sull’aumento del disagio non solo straniero. Anzi. «Assistiamo ad un aumento degli italiani che gravitano intorno alla stazione. E la causa principale è la disoccupazione, specie nel Mezzogiorno, l’instabilità lavorativa. E’ arduo ritrovare lavoro a 50 anni. E anche chi ha solo una pensione sociale di 400 euro al mese può finire in mezzo alla strada. Il fatto che al nostro sportello arrivino per lo più immigrati deriva dal fatto che essi, privi di residenza o di permesso di soggiorno, non possono accedere ai servizi sociali territoriali». E’ Natale. La gente sale sui treni per tornare a casa, con i pacchi regalo e la voglia del calore delle feste. Poco più in là il popolo dei senza tetto. Per loro freddo, fame e solitudine sono gli unici compagni di viaggio. E’ Natale. Ma non per tutti.
lunedì 16 febbraio 2009
Quando finirà?
Milano, 10 feb. (Adnkronos) - E' ancora senza un nome l'ottava vittima dell'inverno milanese. Un barbone, come tanti altri, che stamane ha perso la vita nella stazione Centrale. Nessun documento per identificarlo, ma il suo volto e i suoi pochi stracci erano ben noti a chi frequentava la zona. Un italiano, neanche di 70 anni, che si e' accasciato all'improvviso e invano ha tentato di rifiutare le cure della polizia ferroviaria e dei sanitari del 118, chiamati a soccorrerlo. Inutile il suo trasporto al Fatebenefratelli: e' morto durante il viaggio in ambulanza. E' lui l'ultimo di una lista, stilata dal comitato provinciale della Croce rossa italiana, che al 20 gennaio scorso contava sei mori da inizio anno. La settima e' solo di cinque giorni fa: un senzatetto e' stato trovato morto, nell'area della dogana in via Valtellina.
lunedì 2 febbraio 2009
Un altro urlo
OLGIATE MOLGORA - È morto, solo, per il freddo, molto rigido nella notte tra venerdì e sabato, nel rifugio notturno di fortuna che aveva trovato in questi ultimi giorni. Da qualche notte dormiva infatti all’interno di un cantiere edile vicino alla stazione ferroviaria di Olgiate. Giuseppe Tacconi, 75 anni, ufficialmente residente a Villa d’Almè nella bergamasca era molto conosciuto nel meratese. La sua famiglia originaria è di Cernusco ed è la famiglia dell’ex consigliere regionale Renato Tacconi. E a Cernusco l’uomo aveva ancora la madre nell’abitazione della quale negli ultimi mesi andava spesso a dormire. Era infatti senza fissa dimora ed era tornato nel meratese dalla bergamasca circa tre anni fa. Prima ospite per circa due anni dalla casa di accoglienza della parrocchia di san Zeno fino a qualche mese fa e poi per quello che si può sapere dormiva un po’ a Cernusco e un po’ nel cantiere olgiatese di via Stazione.