sabato 26 giugno 2010

E se a qualcuno viene un infarto?

Appello a tutte le associazioni laiche e religiose contro le panchine anti clochard a Santa Margherita Ligure

Giovedì 24 giugno 2010

Di seguito la nota diffusa
«Come avrete sicuramente saputo l'Amministrazione Comunale di Santa Margherita Ligure, per togliere dalla vista dei turisti alcune persone povere e disagiate, ha fatto applicare sulle panchine del centro dei braccioli di ferro posti nella parte centrale per evitare l'eventuale uso improprio delle panchine stesse, questa scelta ovviamente oltre che inutile risulta una gratuita cattiveria nei confronti di quelle persone che, meno fortunate di altre sono costrette a vivere sulla strada.Siamo consapevoli che a volte l'accattonaggio diventa molesto, e che a volte c'e' chi, anche tra i poveri, si approfitta comportandosi scorrettamente, ma ci sono altri strumenti per eventuali problemi di questo genere e la soluzione non sta di certo nel nascondere un fenomeno che c'e' sempre stato ma piuttosto nell'adottare iniziative concrete per ridurre la poverta' estrema.Riteniamo inoltre che questa drammatica situazione sta pericolosamente incoraggiando e legittimando nella società la paura e la violenza nei confronti di ogni diversità.Sentendoci inermi davanti a questo genere di iniziative, facciamo appello a tutte le associazioni laiche e religiose, alle organizzazioni sindacali, sociali e politiche, a tutti i movimenti a ogni persona per intervenire e fare tornare alla normalità il centro di Santa Margherita, rimuovendo questi vergognosi strumenti offensivi».

fonte: http://www.menabonews.it/notizie/primo-piano-liguria.php?id=13968

Effetto della manovra economica!!

Chiude Asfalto, il blog dei senza casa

25 giu. - Ogni post potrebbe essere l’ultimo per i lettori di Asfalto, il blog delle persone senza fissa dimora, nato nel 2001. Il problema sono i tagli ai servizi sociali, che verosimilmente provocheranno il non rinnovo della convenzione con il centro diurno di via Del Porto. A farne le spese saranno il laboratorio informatico e quello per la costruzione di maschere, che fanno parte del progetto “Prova & Riprova“, per il reinserimento delle persone in condizione di disagio tramite delle borse lavoro. Il progetto era finanziato con 80.000 euro l’anno. A lanciare il grido d’allarme è un operatore del centro, Massimiliano Salvatori. Contro la chiusura di Asfalto e per le azioni sociali si sono schierati Piazza Grande, Bartleby e Bologna sold out, che lunedì 28 maggio alle 18 saranno in piazza IV novembre, con la manifestazione di protesta “Margini al centro”.


Il blog ha 70 iscritti, 800 post on line e 60 video. All’attivo, anche la creazione di un cd musicale.

fonte: http://radio.rcdc.it/archives/chiude-asfalto-il-blog-dei-senza-casa-55866/

domenica 20 giugno 2010

Meno male non era quello del vetro!! sigh....

Buttato fuori casa, dorme in cassonetto

Accade a Treviso, il neo-clochard ha 39 anni

18 giugno



(ANSA) -TREVISO,18 GIU- Senza piu' lavoro e da alcuni giorni buttato fuori casa dalla famiglia, un uomo di Treviso ha eletto a 'dimora' un cassonetto dei rifiuti.Il neo clochard, 39 anni e un passato da tossicodipendente, e' stato trovato a dormire dentro il cassonetto l'altra notte, da un uomo che stava buttando i rifiuti. Aveva scelto uno dei grandi contenitori per la raccolta differenziata della carta. 'Questa e' la mia casa, ci dormo da 3 notti', ha detto il neo-barbone ai carabinieri che lo hanno soccorso.

fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/06/18/visualizza_new.html_1824393395.html

sabato 19 giugno 2010

D'Angelo (Sant'Egidio): "Bisogna uscire dalla logica dell'emergenza"

Sono 6 mila a Roma i senza fissa dimora contati dalla Comunità di Sant'Egidio e, nella stagione calda, 4 mila dormono per strada. In tutta Italia solo il 15% dei comuni ha fatto qualcosa per garantire la residenza anagrafica ROMA – "La povertà della strada è un nuovo aspetto della povertà più in generale. Negli ultimi anni abbiamo assistito all'impoverimento di fasce sempre più consistenti di popolazione, anche nelle cosiddette società del benessere". Da queste considerazioni ha preso le mosse l'intervento di Augusto D'Angelo – docente presso la facoltà di Scienze politiche dell'Università La Sapienza di Roma e responsabile del servizio per i senza fissa dimora della Comunità di Sant'Egidio – che è intervenuto questa mattina alla conferenza stampa di presentazione della mostra fotografica "Coraggio, si ricomincia!", promossa da Commercity in collaborazione con l'ospedale San Camillo-Forlanini, l'associazione Salvamamme e la stessa Comunità di Sant'Egidio. (Vedi lancio precedente). "In Europa – ha proseguito D'Angelo – la crisi dello Stato sociale mette un numero crescente di persone fuori dalle misure assistenziali garantite dallo Stato. I tagli alla spesa sociale cominciano a far vedere i loro effetti problematici". Nonostante questo però, ha denunciato il rappresentante della Comunità di Sant'Egidio "si continua a considerare la povertà di strada come un'emergenza".

La difficoltà della situazione è confermata dai dati sul fenomeno. "Al Censimento del 2001 sono stati censiti 8.597 senza fissa dimora italiani e 4.441 stranieri per un totale di 13.038 persone" ha riferito D'Angelo, ricordando anche come i dati Istat aggiornati al 12 dicembre 2009 (ma provvisori in quanto riferiti a 7.787 comuni) parlino dell'esistenza in Italia di più di 40mila persone di cui 7 su 10 di sesso maschile. Quanto alla situazione romana "dai nostri censimenti su strada il numero dei senza fissa dimora ammonta a 6mila persone. Di questi – ha aggiunto – durante l'inverno 3mila trovano accoglienza in centri, ostelli e dormitori. Quando non è inverno, però, i posti al coperto scendono a 2 mila, e quindi per strada dorme effettivamente un numero di 4 mila persone. Sant'Egidio nei suoi giri ne incontra almeno il 50%". Tuttavia, la povertà, raggiunge anche le persone che una casa ce l'hanno. "Negli ultimi anni – ha precisato D'Angelo – è triplicato il numero di ultra 65enni che si rivolge ai nostri centri per un aiuto di carattere medico, alimentare o per il vestiario".

Per dare una risposta alla povertà di strada bisogna, dunque, "uscire dall'idea dell'emergenza", che altro non è che "una risultante della mancanza di un'appropriata strategia". "L'esperienza della Comunità di Sant'Egidio – ha continuato il docente – ci porta a dire che per la povertà di strada bisogna mettere in campo innanzitutto servizi stabili". A questo proposito D'Angelo ha lanciato una proposta in sei step. "Per usufruire di servizi stabili il povero deve poter avere la residenza anagrafica", che rappresenta "la porta per riconoscere ai senza fissa dimora i diritti di cittadinanza". Dall'indagine effettuata dall'Istat su 7.787 comuni risulta che solo 1.044 (pari al 13% del totale) hanno istituito la via fittizia per l'iscrizione dei senza fissa dimora, mentre 172 comuni (2%) hanno individuato altri criteri per l'iscrizione. "Ma l'85% dei comuni dichiara di non aver mai iscritto persone senza fissa dimora".

Una seconda questione è quella relativa al rapporto tra servizi e territorio. "I poveri vivono in territori limite – ha spiegato il rappresentante della Comunità di Sant'Egidio –. È impensabile che siano loro ad entrare negli uffici per reclamare diritti e usufruire di prestazioni". Appare allora necessario che i servizi sociali "inventino nuove modalità di intervento" e "trovino il modo di tornare per strada", cominciando in questo modo a collegare i cittadini senza fissa dimora a quella rete di servizi che altrimenti apparirebbe loro "una jungla inestricabile in cui si gira in tondo senza alcun approdo". La terza esigenza è quella di un progetto. E il vero progetto, secondo D'Angelo, non consiste in un "protocollo da applicare a seconda delle esigenze" ma nella "presa in carico della persona umana". Vi è poi la questione della "collaborazione tra i servizi": "Creare protocolli di intesa e collaborazione negli interventi – ha chiarito – è fondamentale per tutti, ma soprattutto per chi vive in strada", perché, "dai rari contatti con le istituzioni questa persona si attende molto e se rimane delusa torna ad abbandonare il rapporto con il servizio sociale". Un altro passaggio fondamentale è poi quello della "dilatazione dei tempi di intervento". "Bisogna avere pazienza", ha detto il docente, "non è possibile ottenere da chi vive per strada una risposta immediata". L'ultimo step è, infine, quello dell'accompagnamento sociale. "Un accompagnamento fedele fatto di piccoli passi – ha concluso D'Angelo – aiuta a rinsaldare un rapporto che aiuta la maturazione e la crescita della persona che vive per strada. E in questo l'operatore è lo strumento decisivo".

giovedì 17 giugno 2010

Appello urgente!!

In strada una coppia di ragazzi con un figlio in arrivo. L’appello di Piazza Grande

L’unità mobile di Piazza Grande che distribuisce informazioni utili e generi di prima necessità alle persone senza dimora di Bologna, da alcune settimane sta sostenendo una coppia di ragazzi romeni in attesa di un bambini e che sono costretti a vivere in stazione. Sono persone oneste venute in Italia per lavorare e che hanno solamente bisogno di una possibilità lavorativa e di trovare un posto dove stare. Diffondiamo questo comunicato per fare appello alla cittadinanza di Bologna.

La storia di Adrian e Dorica

Adrian, trent’anni, viene in Italia la prima volta tre anni fa e si stabilisce a Messina dove lavora a lungo come muratore. Nonostante la buona situazione, il desiderio di tornare a casa due anni fa lo riporta in Romania, dove trova un paese che sta cambiando enormemente: l’entrata in Unione Europea ha portato i costi alle stelle, disoccupazione diffusa, forti problemi abitativi. Non riuscendo a trovare un lavoro Adrian deve sopravvivere insieme alla sua famiglia di quattro con la misera pensione del padre: cento euro al mese. La sua fidanzata Dorica, ventiquattro anni appena compiuti, è laureata in economia del turismo, è disoccupata e non ha tante speranze per il futuro. Spinti dalle difficoltà sei mesi decidono di partire per l’Italia: stavolta verranno insieme.

Appena arrivati in Italia Adrian cerca di riprendere i contatti che aveva avuto in precedenza, va a Messina ma non trova nessun lavoro. Va meglio a Dorica che trova lavoro come badante di un anziano signore che però le richiede “attenzioni” particolari che lei non è disposta ad accettare. Adrian la convince a lasciare e comincia la loro odissea. Senza lavoro, senza casa, con pochi soldi, il treno diviene la loro dimora e proprio in questo periodo scoprono di aspettare un bambino. Cercano di risalire la penisola, restano senza mangiare anche per tre giorni e vengono spesso fermati dalla polizia. Proprio su indicazione di alcuni poliziotti per la prima volta arrivano alla Caritas di Formia dove riescono a mangiare qualcosa. Successivamente, sempre alla ricerca di un lavoro, arrivano a Napoli, Salerno, Trento, Modena, Cesena, Rimini: lavoro non ne trovano, ma grazie alle associazioni di volontariato riescono a sopravvivere. Qualche settimana fa il loro viaggio si ferma a Bologna perché privi di biglietto sono costretti a scendere da un treno. Grazie al fortuito incontro con un connazionale passano la prima notte nel sottopassaggio della stazione insieme ad altri otto romeni. In queste settimane a Bologna hanno trovato un minimo di sostegno dalle associazioni e dalle mense per i poveri, ma privi di residenza i servizi sociali non li prendono in carico. Il lavoro non arriva ma il bambino continua a crescere e Dorica non può vivere in strada. L’unica soluzione che le è stata proposta è di andare a dormire in una struttura gestita da suore, dove il suo compagno non può nemmeno entrare. Dorica non si vuole separare dal suo compagno di vita, l’unica persona che in questi mesi non l’ha mai lasciata, e per questo ha deciso di rinunciare al posto. La notte scorsa, come le altre notti, ha dormito nel sottopassaggio della stazione ferroviaria di Bologna.

L’appello di Piazza Grande

Arian e Dorica sono due persone giovani, istruite, che vogliono lavorare per costruire il proprio futuro. In questo momento incontriamo tantissime persone in difficoltà che vivono in strada o hanno una casa ma non sanno come mangiare, ma i due ragazzi sono in un momento di particolare fragilità perché stanno per avere un bambino e la strada non è il posto più adatto per portare avanti una gravidanza. Ci appelliamo ai cittadini bolognesi per chiedere un aiuto a nome dei due ragazzi: hanno bisogno di un lavoro, e di un luogo dove essere ospitati.

Grazie.

Info & Contatti
Email: sms@piazzagrande.it
Cell.3355960097

fonte: http://www.piazzagrande.it/?p=1409

mercoledì 9 giugno 2010

Padova. Sanzioni anti-barboni: multe
ai clochard che dormono sotto i portici

Ammenda da 50 euro per occupazione del suolo pubblico
Si tratta di senzatetto domiciliati nei comuni della provincia



di Alberto Rodighiero

PADOVA (4 giugno) - Dopo le multe anti-prostituzione, dopo quelle contro l'uso di droga, ora arrivano le sanzioni anti-barboni. L'ultimo episodio in ordine di tempo risale alla notte tra mercoledì e giovedì quando un pattuglia della polizia di stato tra mezzanotte e mezzanotte e mezza ha pizzicato 6 clochard (5 italiani e uno straniero) mentre dormivano sotto i portici di piazzetta Conciapelli, piazzetta Sartori e piazzetta Bussolin. Per loro, in virtù dell'articolo 142 del regolamento di polizia urbana, è scattata un'ammenda da 50 euro per occupazione abusiva di suolo pubblico.

L'episodio però non è un fatto isolato. Dallo scorso autunno infatti la polizia municipale sta multando sistematicamente tutti i senza fissa dimora che cercano un riparo per la notte. «Purtroppo, soprattutto nell'area attorno a piazzetta Conciapelli, queste presenze sono costanti e recidive, quindi abbiamo deciso di sanzionarle con regolarità» dice la vice comandante della polizia municipale Maria Luisa Ferretti che poi aggiunge: «Dalla fine della scorsa estate ne abbiamo già multati una sessantina. I residenti della zona, a ragione, lamentano il degrado causato da queste persone. Degrado che noi cerchiamo di contrastare in tutti i modi».

In larga parte si tratta di «barboni» italiani domiciliati nei comuni della provincia che hanno eletto però a loro dimora il centro storico. Non manca naturalmente qualche straniero, Molti di loro, soprattutto d'inverno, cercano d'infilarsi negli androni dei palazzi per passare qualche ora lontano dalla morsa del gelo. «Il nostro impegno su questo fronte rimarrà costante anche in futuro - conclude la vice comandante - Pur non venendo meno la comprensione per i problemi di chi è senza casa, abbiamo il dovere di tutelare i diritti dei residenti delle zone interessate a questo fenomeno». Come nel caso delle maxi multe anti droga, nella maggior parte dei casi, le ammende anti barboni non vengono però pagate.


fonte: http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=104952&sez=NORDEST