lunedì 29 giugno 2009

Bicampioni del mondo!!!

La nazionale dei barboni decimata dagli sgomberi
«Sono spariti i giocatori»

Non hanno le energie per correre. Nemmeno la testa per fare gli allenamenti, i morsi della fame stringono lo stomaco. E il pensiero va alla propria moglie e al figlioletto di nemmeno un mese in preda ai crampi nel campo provvisorio di Bisceglie. Metà della squadra della Nazionale italiana dei senzatetto, che terrà alto l’onore degli azzurri - forte dei due successi mondiali in Svezia (2004) e Scozia (2005) - nella Homeless world cup che si terrà a Milano dal 6 al 13 settembre, è stata sgomberata. Sì, il Comune di Milano, primo in Italia a ospitare i Mondiali di calcio dei senza tetto, manifestazione che gode del patrocinio della presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero degli Esteri, del ministero delle Pari opportunità, della Presidenza del consiglio e della presidenza della Repubblica, il 18 giugno scorso ha sgomberato l’ex caserma di via Forlanini, occupata abusivamente, da dove provenivano metà dei giocatori della nazionale. «Il neonato sulla strada» di cui leggeva sui giornali è il figlio di uno dei giocatori. La moglie ha bisogno urgente di un’operazione, che i medici si rifiutano di fare finché la donna non avrà una sistemazione adeguata: vivendo in un campo nomadi provvisorio, che verrà anche questo sgomberato, rischia di prendersi delle infezioni durante la convalescenza. Sabato pomeriggio agli allenamenti, che si tengono al campetto dell’Idroscalo due volte alla settimana, - un campo da street soccer a due mesi dai mondiali ancora non c’è - il ct ha dovuto chiedere alla società che organizza il campionato di portare dei panini per i giocatori, che non mangiavano da giorni. «Non posso correre, sono due giorni che non mangio - mi dicevano, racconta l’allenatore Bogdan Kwappik - allora ho chiesto alla società di portare pane e prosciutto. Non solo, ogni volta devo chiamare i miei giocatori e andarli a prendere perché vengano agli allenamenti, sono persone in difficoltà, in tutti i sensi, che vanno accudite. Sono molto amareggiato e preoccupato: lo spirito dei mondiali non è certo questo, anzi. Il senso ultimo dell’iniziativa è aiutare i senza tetto che partecipano a inserirsi nella società, trovare un lavoro e una sistemazione». «L’Homeless world cup, infatti - si legge nel sito - non sarà semplicemente un evento, ma un punto di partenza, un volano che darà vita a un progetto di solidarietà sociale di recupero sportivo permanente». I giocatori diventano per una volta i protagonisti dell’evento, guadagnando così nuova fiducia in se stessi e rinnovato entusiasmo, strumenti indispensabili per intraprendere un percorso di reinserimento nella società. «La missione del campionato è avviare un percorso con le istituzioni cittadine e le aziende socialmente responsabili per ideare e promuovere nuovi progetti di accoglienza e di reinserimento per le persone senza dimora».Il ct ha anche scritto una lettera al presidente del consiglio comunale per segnalare il problema dei giocatori sgomberati, ma nessuno ha risposto. Nessuna risposta si è avuta nemmeno alla richiesta al Comune, che patrocina il mondiale, di finanziamenti per la preparazione della squadra: «Quando siamo andati in Polonia il mese scorso per gli Europei di calcio abbiamo dovuto fare la colletta per pagare benzina e autostrada». Insomma a due mesi dal calcio di inizio dell’Homeless world cup, la nazionale di calcio non viene trattata proprio con i guanti: non esiste un campo di street soccer, non ci sono i palloni, le divise, i soldi, né il cibo. L’Homeless world cup, invece, dovrebbe lasciare un’eredità a Milano: una struttura sportiva e sociale aperta a tutti, un vero e proprio centro diurno per le persone senza dimora.
E dire che il sindaco Moratti è l’ambasciatore ufficiale dei mondiali...

mercoledì 24 giugno 2009

Bella iniziativa!

A Chiavari un dormitorio per senza tetto

23 giugno 2009
Debora Badinelli
Secolo XIX > LEVANTE

Claudio Scajola visiterà il Villaggio. L’arrivo del ministro allo Sviluppo Economico è atteso per lunedì 13 luglio. La data è diversa da quella riportata sul periodico del Villaggio perché recentemente adeguata agli impegni istituzionali del ministro.

La visita seguirà di pochi giorni l’anniversario della morte (avvenuta il 6 luglio 2006) di don Nando Negri, fondatore dell’opera diocesana di San Salvatore di Cogorno e delle strutture a essa collegate. La visita, inoltre, si inserisce in un periodo di importanti progetti per il Villaggio che sta adeguando e diversificando il servizio offerto ai tossicodipendenti attraverso la comunità Chiarella di Sampierdicanne e proprio lì, al pianterreno della cosiddetta “Agricola”, vorrebbe creare un dormitorio per senza tetto.

Un’idea - coltivata insieme a don Nando - alla quale prete Rinaldo Rocca, presidente del Villaggio, lavora d’intesa con la diocesi e la Caritas di Chiavari, i distretti socio sanitari della Asl 4 chiavarese. L’obiettivo è creare una struttura di accoglienza per i senza fissa dimora, un presidio (l’unico tra Genova e La Spezia) che offra risposte immediate, ma di breve durata per far fronte all’emergenza. Questione che lo scorso inverno è emersa con prepotenza a causa dell’aumento di persone allo sbando che cercavano rifugi di fortuna in edifici abbandonati come la Colonia Fara di Chiavari e l’ex hotel Astoria di Lavagna.

Il centro di ascolto Caritas di Chiavari, tra ottobre 2008 e maggio 2009, ha ricevuto 65 richieste di prima accoglienza e si è occupato di 69 casi relativi a problemi per la casa. L’occasione per presentare il progetto del dormitorio la offre il quattrocentesimo anniversario dell’apparizione mariana a Chiavari. Il prossimo anno, infatti, la Chiesa diocesana organizzerà iniziative religiose e culturali legate all’apparizione di Nostra Signora dell’Orto e in quest’ambito il Villaggio e il vescovo, monsignor Alberto Tanasini, vorrebbero dar vita al centro di accoglienza notturna. Don Mario Ostigoni, segretario del comitato per le celebrazioni del centenario di Nostra Signora dell’Orto, parla della realizzazione della struttura come di un «segno tangibile da lasciare alla storia».

Prete Rocca spiega di aver visitato alcuni punti di accoglienza per “barboni” esistenti a Genova e di aver offerto la disponibilità del Villaggio a ospitare il dormitorio. «Il progetto prevede un costo complessivo di 461 mila euro e non possiamo accollarcelo: - dice - abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per recuperare i fondi necessari. Per adesso abbiamo un piano di fattibilità per un rifugio con venti posti, divisi in due sezioni, maschile e femminile, ognuna con servizi igienici e docce.

I Cavalieri di Malta hanno già offerto la loro disponibilità ad aiutarci e sarà necessario formare un gruppo di volontari che possano supportare nella gestione, rendendola meno onerosa». Il dormitorio avrà un ingresso autonomo, sarà dotato di reception, atrio e sala per l’accoglienza, la rifocillazione e l’incontro. «Quella che potremo offrire sarà un’accoglienza temporanea - spiega Rocca - Prevediamo un filtro all’ingresso che garantisca condizioni di gestibilità e sicurezza. Il dormitorio per il quale stiamo lavorando - aggiunge - non sarà un incentivo al vagabondaggio. L’auspicio è che nasca una rete di associazioni ed enti che condivida e renda possibile il progetto».

mercoledì 10 giugno 2009

Consiglio Cinematografico!

GLI AMANTI DEL PONT-NEUF

(LES AMANTS DU PONT-NEUF)

Un film di Léos Carax scritto da Vernice Clier e Léos Carax
1991, 125 minuti
Prodotto da Films A2, Gaumont International, Films Christian Fechner
Distribuito da Academy Pictures - Panarecord

Attori Montaggio Costumi Fotografia Scenografia Soggetto Musiche

Trama


Il ventottenne Alex, un saltimbanco mangiatore di fuoco, vagabondo ed ubriacone, che riesce a dormire solo grazie ai sonniferi che gli dà il più anziano barbone Hans, incontra la venticinquenne Michèle, una pittrice figlia di un colonnello che, affetta da una rara malattia degli occhi che a poco a poco le offusca la vista, è andata via di casa. Michèle si affeziona ad Alex per la sua vitalità quasi animalesca e per il suo disperato bisogno di affetto. Essi vivono sul Pont-Neuf, un ponte sulla Senna chiuso per lavori, e nonostante l'ostilità di Hans, tra i due nasce una sorta di amore disperato, tenero ed esaltante. i due rapinano ignari avventori di bar con la tecnica del sonnifero nella bevanda; dormono nei parchi, si ubriacano e folleggiano mentre intorno Parigi festeggia il Bicentenario del Rivoluzione. Una notte Hans fa entrare con le sue chiavi Michèle in un museo per farle vedere a lume di candela un quadro che lei ama particolarmente ma che la luce violenta del giorno le impedisce di osservare: qui i due hanno un rapporto. Alex, disperato per l'assenza dell'amata, si procura ferite sul ventre e, al suo ritorno, litiga furiosamente con lei mentre Hans si getta nel fiume, incapace di sopportare il ricordo della moglie che la presenza di Michèle ha rievocato. Intanto escono dei manifesti con la foto della giovane che la avvisano circa la scoperta di una nuova tecnica operatoria per la sua malattia: Alex, timoroso di perderla, strappa più manifesti che può, e giunge a incendiare un intero corridoio della metropolitana. Scoperto un attacchino col furgone pieno di manifesti lo segue e appicca il fuoco al mezzo, ed involontariamente anche al conducente accorso per domare le fiamme. La sera stessa Michèle sente alla radio un annuncio che ripete l'avviso che la riguarda: addormenta Alex col sonnifero e scompare. Alex, disperato, si spara alla mano; poi viene arrestato e condannato per omicidio colposo a tre anni di carcere. Dopo quasi due anni lei va a trovarlo; si è operata. I due decidono di rivedersi a Natale quando lui uscirà. Si incontrano sul Pont-Neuf finalmente ristrutturato: bevono e ricordano i tempi andati. Ma ad un certo punto Michèle deve andare: in realtà si è messa col chirurgo che l'ha operata. Esasperato, Alex la trascina nel fiume ma l'istinto di sopravvivenza ha la meglio: raccolti da una chiatta, i due decidono di andare a Le Havre incontro ad un nuovo destino.