domenica 20 marzo 2011

Clochard e degrado nella casa «infinita»

Da 40 anni lo stabile di via Pianell è abbandonato. «Promesse non mantenute dal Comune»

La protesta del Consiglio di zona 9. Nel secolo scorso ospitava ragazze madri con i bimbi

Clochard e degrado nella casa «infinita»

MILANO - Resiste l'impalcatura sul fronte che s'affaccia su via Pianell al numero 15. Invece non c'è traccia di un cartello di inizio lavori. Di quei lavori più volte annunciati e anche iniziati ma mai portati a termine. Da quarant'anni il grande stabile diroccato all'angolo tra via Pianell e via Ugolini, quartiere Bicocca, è abbandonato. Di lui, in Comune, pare si siano ricordati quando è stato il momento di concorrere ai fondi regionali per l'edilizia residenziale pubblica. Nel vuoto sono cadute le petizioni di quartiere per salvare o abbattere il palazzo ormai rudere. Che continua ad essere abitato da senzatetto e sbandati, frequentato da tossici e spacciatori. Li trovi anche di giorno, a dormire su materassi di fortuna, in mezzo alla sporcizia, a riscaldarsi con falò improvvisati. L'odore del fuoco e della cera delle candele impregna ognuno dei quattro piani dell'edificio.

All'inizio del secolo scorso è stato un bell'esempio del welfare meneghino. Lo stabile comunale al 15 di via Pianell ha ospitato per decenni le ragazze madri con i loro piccini. In lontananza, dal tetto dell'edificio fatiscente, dove spuntano brandelli di palificazione in cemento armato, a memoria di uno dei tanti progetti di recupero, avviati e misteriosamente interrotti, s'intravedono la Collina dei ciliegi e gli squadrati palazzoni grigi che portano la firma dell'architetto Gregotti, alla Bicocca. A ricordarci che via Pianell non è più la periferia della città. Marco Oliverio vive in una palazzina ristrutturata dinanzi al rudere, della quale è anche amministratore. Da sei anni scrive a Polizia municipale, Demanio, vigili del fuoco, questura. «Tutti dicono di essere a conoscenza del problema, nessuno sa dirci cosa si può fare e se c'è un progetto». L'ingresso da via Pianell è stato murato. Inutilmente murato. Perché nello stabile diroccato si entra facilmente da via Ugolini. Ci sono due corpi di fabbrica, uniti da una scala che sale di tre piani, cinquecento metri quadrati a piano, già divisi come fossero undici piccoli appartamenti. Perché questo avrebbero dovuto diventare secondo un documento del Comune datato 1999 e intitolato: «Recupero e ristrutturazione dell'edificio da destinare a residenza pubblica da finanziare con le risorse regionali dell'edilizia sovvenzionata». Undici piccoli appartamenti e, fuori, nel cortile, laboratori artigianali.

Lo stabile abbandonato di via Pianell (foto Nicola Vaglia)
Lo stabile abbandonato di via Pianell (foto Nicola Vaglia)
Inascoltato anche il Consiglio di zona 9.
Beatrice Uguccioni, la presidente del parlamentino, racconta del ricco scambio epistolare con gli uffici centrali del Demanio e dell'ultima lettera, datata 2009, esattamente dieci anni dopo la presentazione del progetto definitivo di recupero con fondi regionali, con la quale il Demanio informava la zona che il progetto di via Pianell avrebbe dovuto essere adeguato per l'entrata in vigore di nuove normative in materia energetica. «Tale progetto - aggiungeva il documento del Settore Tecnico Casa e Demanio datato 27 maggio 2009 - dovrà essere poi nuovamente validato e successivamente sarà approntata la documentazione per la gara d'appalto». E concludeva: «Si può prevedere che i lavori potrebbero iniziare nel marzo 2010 e concludersi in circa un anno». Cioè oggi.

fonte: http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_marzo_15/clochard-degrado-190226517927.shtml

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