mercoledì 23 dicembre 2009

Bussano alla porta!

Periodico dell’Opera Diocesana “VILLAGGIO DEL RAGAZZO”

www.villaggio.org e mail: villaggio@villaggio.org

dic.qxp 7-01-1970 0:49 Pagina 2

Anni fa, un amico eletto nel consiglio comunale di una delle nostre cittadine mi disse che era ma- turata la proposta di rinunciare alle luminarie na- talizie allo scopo di devolvere in opere di bene la cifra risparmiata dall'amministrazione comunale. Ma proprio la parte politica da cui si sarebbe aspettato maggior sensibilità sociale bocciò l'ini- ziativa.
Le luci di Natale sfolgoranti e contemporanea- mente stridenti. Alla faccia della crisi! Mi doman- do che cosa illuminano. Vorrebbero far clima di festa e invitare alla festa, ma chi? Quanti sono coloro che si possono permettere di spendere in modo da alimentare i consumi del mercato in- terno?! Non di certo l'otto per cento abbondan- te di disoccupati, e neppure la percentuale im- precisata dei giovani e meno giovani che a fati- ca sbarcano il lunario pellegrinando da un inte- rinale a un tempo determinato. Neanche i tanti che vivono con gli stipendi delle cooperative, be- nedetti ma pur risicati. E tanto meno chi campa con la pensione sociale o poco più. La tredicesi- ma, servirà per il superfluo o piuttosto per qual- che debituccio che è cresciuto via via per com- perare cose necessarie, o magari per quella rata di mutuo che è rimasta arretrata?
Non mi hanno mai incantato le luminarie di Na- tale; quest'anno, a me danno fastidio, a non po- chi ritengo facciano rabbia. Le luci troppo vistose infatti evidenziano le con- traddizioni e le ingiustizie di questo nostro mon- do poco fraterno e inospitale. In allora, Maria e Giuseppe non trovarono posto in un alloggio decente per far nascere Gesù. Oggi quanti sono, vicini e lontani, coloro che rimangono fuori?
Per chi si occupa di tossicodipendenza è stato necessario interessarsi delle problematiche giudi- ziarie connesse ai guai che necessariamente commette chi si mette in strada a procacciarsi so- stanze costose e illegali. Ce ne occupiamo da più di trent’anni e abbiamo visto come questo feno- meno sia al tempo stesso costante e in cambia- mento. Agli inizi si poteva accomunare il termine droga al termine marginalità. Gli utenti che chie- devano comunità terapeutica avevano certo bi- sogno di “uscire dal tunnel” della dipendenza,
Non tanto mi preoccupa “l'orrido rigor di stagion cruda” quanto “il freddo e il gelo” dei cuori chiu- si col lucchetto, arroccati sulla difensiva, paurosi di perdere il benessere acquisito. I barboni, gli immigrati, i mendicanti, gli ex carcerati, i tossico- dipendenti, i malati psichici, i disabili, gli sfratta- ti, persino i vecchi procurano fastidio soltanto al vederli nelle nostre strade. Ne va della nostra si- curezza, dobbiamo farli sparire, non si possono permettere di disturbare la nostra tranquillità e il decoro delle nostre ridenti cittadine.
Non si possono permettere di inquietare le nostre coscienze. Chi ha inventato la favola del “giorno in cui tutti si sentono più buoni”?
Di certo non Gesù. Lui continua a restare fuori coperto di stracci, affamato, senza casa e senza lavoro, emarginato e scacciato. Ha la loro faccia e il loro dolore, tanto è uguale che non riuscia- mo a riconoscerlo: “qualunque cosa avete fatto (o non avrete fatto) a uno di questi fratelli più piccoli, l'avete fatto a me”. Il suo posto è lì, fuori, finché ne resta fuori anche uno soltanto. E nella magica notte di Natale noi rischiamo di dare un bacio a un bambino di gesso o forse di legno. Il Bambino, quello vero, è rimasto fuori. Non ha il volto paffuto e sorridente. Magari neanche più una stalla.
Ecco: io sto alla porta e busso, dice Gesù (Ap. 3,20), se uno, udendo la mia voce, mi aprirà la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.”
Se apri, chi troverai?

Prete Rinaldo

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