domenica 17 maggio 2009

Elemosina? Un “diritto”, ma lontano dalle banche

16 maggio 2009 - Secolo xix

Era stata annunciata dopo una serie di iniziative di controllo del territorio e di dissuasione, seguite alle lamentele di molti savonesi infastiditi dalla presenza in centro, soprattutto al lunedì giorno dell’affollatissimo mercato settimanale, di mendicati. Molesti secondo le lamentele, troppo insistenti per altri. Indecorosi per altri ancora perchè sdraiati per terra, con cani, per la sporcizia. Con una presenza ritenuta molesta o percepita dagli anziani o dalle donne sole, come una sorta di pericolo nelle vicinanze delle casse automatiche dei parcheggi, dei bancomat. L’ordinanza però vieta anche la richiesta di elemosina vicino alle banche.
Federico Berruti sindaco di Savona (archivio il secoloxix)Come ne è uscito il Comune di Savona?Con una ordinanza un po’ cerchiobottista destinata a suscitare opinioni discordi sulla scelta del sindaco di centrosinistra che limita infatti la possibilità di chiedere l’elemosina in città.
Il sindaco Berruti riconosciuto «il diritto dei più deboli di chiedere aiuto nelle strade e nelle piazze della citta», sottolinea che questo diritto «non possa trasformarsi in un obbligo o in un condizionamento per gli altri cittadini».
«Ritengo - afferma Berruti a commento della sua ordinanza- che in una città solidale le persone in difficoltà possano chiedere un aiuto ai cittadini, e che ciò possa avvenire in modo spontaneo negli spazi pubblicì».
Un po’ curiosamente però, prima dei divieti, l’ordinanza cita l’elemosina che «in sé come atto di donazione, sia sul pianoeconomico, sia su quello della solidareità sociale, non può e non deve essere vietata, posto che essa è una forma di redistribuzione della ricchezza e costituisce una risposta della società, ancornché insufficiente, posta innanzi al fenomeno della povertà. Ma non può e non deve scaturire in fenomeni molesti o violenti nei confronti dei consociati».
Aggiunge Berruti: «Non vi è offesa della morale e della tranquillita’ pubblica quandol’elemosinante versi in una situazione di bisogno, risolvendosi la mendicità in una legittima richiesta di umana solidarietà, volta a far leva sul sentimento della carità, purché ciò non avvenga in modo molesto o vessatorio, atto ad offendere la publica decenza».
«L’elemosina è tale - osserva il sindaco di Savona - se chi la concede si sente libero nella propria scelta e sicuro che un rifiuto non lo esponga a dei rischi o a delle ritorsioni. Ritengo che in alcune situazioni, indipendentemente dalla volontà di coloro che chiedono l’elemosina, i cittadini - in particolare le donne e gli anziani - si sentano insicuri e quasi costretti a concederla. I luoghi e i contesti cui è riferita l’ordinanza devono essere protetti da comportamenti che indirettamente li espongano a forme di violenza o di vessazione. Queste situazioni devono essere evitate, ed è nostro dovere impedire che i cittadini savonesi percepiscano di essere esposti ad obblighi o a rischi».
L’ordinanza dopo una sorta di sintetica analisi sociologica dello “stato di bisogno” e di come non deve essere manifestato o sollecitato verso il prossimo, fa divieto di “stazionamento, rivolto all’accattonaggio, presso o nelle adiacenze dei seguenti luoghi: aree a parcometro, casse automatiche diriscossione ticket, bancomat e postamat, istituti di credito, banche e uffici postali”. Praticamente in ogni zona del centro savonese che è uno dei più ricchi di filiali bancarie. E nelle piazze del Popolo, Saffi, in via Torino, nelle adiacenze della fortezza del Priamar dove si trovano i parcheggi a pagamento.
Per chi non rispetta l’ordinanza sono previste multe da 25 a 500 euro.

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