Uomo. Italiano. Cinquantenne. Disoccupato o divorziato. È questo  l’identikit del nuovo senzatetto. Un identikit che sovverte ogni  stereotipo: chi è costretto a dormire per strada non è lo straniero. Non  è il tossicodipendente o l’alcolizzato. È l’italiano che, piegato dalla  crisi economica, ha perso il lavoro. Situazione ancora più drammatica,  quella delle persone che non solo hanno perduto l’impiego, ma che hanno  visto anche andare in frantumi la famiglia: c’è chi, con il divorzio, ha  dovuto lasciare la casa alla ex moglie e ai figli. E si è trovato così a  dormire in strada.
         
        Solo a Rapallo,  l’associazione “Gli Ultimi” si sta prendendo in queste notti cura di una  decina di persone – tutti uomini, tutti italiani, quasi tutti sui 50  anni di età – che, nonostante le temperature rigide, non avendo altri  ripari dormono all’aperto. Soprattutto alla stazione ferroviaria di  Rapallo, oppure nell’area dell’ex scalo merci o, ancora nella zona  dell’auditorium delle Clarisse. E proprio dall’associazione “Gli Ultimi”  arriva un appello alla città: servono coperte, per dare una mano a  queste persone. Perché il freddo è il nemico peggiore: l’altra notte, un  clochard di 54 anni è morto stroncato dal gelo, a Torino.
È dal  novembre 1995 che i volontari dell’associazione “Gli Ultimi”, fra le  varie attività – dai corsi di italiano per stranieri alla distribuzione  di alimenti alle famiglie indigenti – di sera sono in strada, a Rapallo,  per distribuire bevande calde e coperte a chi ha bisogno. «Dal 1995 a  oggi i senzatetto sono cambiati – dicono i volontari dell’associazione –  Se prima c’era soprattutto chi aveva problemi di tossicodipendenza, ora  chi dorme all’aperto è soprattutto l’italiano che si è trovato per  strada dopo aver perduto il lavoro o dopo aver affrontato un divorzio.  La situazione è doppiamente difficile: perché chi si trova in strada a  50 anni, dopo una vita passata con una casa e un lavoro normale, non sa  vivere così. C’è chi finisce per alzare un po’ il gomito per cercare di  contrastare il freddo. E, passati i fumi dell’alcol, queste persone che  diventano sempre più deboli e spesso si ammalano».
Sono in cinque i volontari dell’associazione “Gli Ultimi” che  fanno il giro serale, a Rapallo: portano bevande calde, coperte. Un po’  di conforto. Chi si è trovato all’improvviso in strada non ne va certo  fiero. E, per questo, non si confida volentieri. «Cerchiamo di dare  anche un supporto psicologico – continuano, dall’associazione – perché è  molto facile che queste persone, che nel giro di poco tempo si sono  trovate in strada, cadano in depressione».
Instaurare un rapporto  con questi nuovi poveri, però, spesso non è semplice prima di tutto per  un motivo: sono persone che non amano raccontare le vicissitudini della  vita che li hanno condotti a vivere in strada. Ogni giovedì, dalle 19  alle 20, in via Emiliani 32, l’associazione raccoglie e distribuisce  generi alimentari alle famiglie bisognose e ai senzatetto.«Fra chi ha  una casa ma ha lo stesso bisogno di aiuto ci sono persone che, per  vergogna, mandano i famigliari a prendere il pacco con i generi  alimentari».
L’allarme più grande, ora, viste le temperature è  quello per i senzatetto: perché più volte, non solo a Rapallo ma in  tutto il comprensorio del Levante, si è parlato, negli anni, della  realizzazione di un centro per accoglierli, di notte. Un progetto che  però non si è mai concretizzato.
«Nel ponente ligure sono state  trovate delle soluzioni ma anche nelle grandi città come Firenze –  spiegano all’associazione – basterebbe un centro riparato, per la notte.  Ora, invece, queste persone o dormono nella sala d’attesa della  stazione ferroviaria di Rapallo o direttamente all’esterno». Intanto,  per chi volesse dare un aiuto, servono coperte: si possono portare  direttamente in sede, al giovedì, in via Emiliani 32.
fonte:  http://www.ilsecoloxix.it/p/levante/2010/12/20/AMzivSXE-rapallo_poveri_allarme.shtml