giovedì 15 novembre 2012

Adesso si che siamo tranquilli!!!

(...) Il problema è che nei conti ufficiali ci sono solo cifre assai più alte. Nel 2009, per acquisto di beni, servizi e manutenzione, erano usciti 2 miliardi 192 milioni e 401mila euro. Un anno dopo la cifra era salita a 2 miliardi 213 milioni e 154mila euro. Nel 2011, il totale recitava 2 miliardi 214 milioni e 962 mila euro. Cioè sia nel 2010, sia nel 2011 erano usciti 20 e 22 milioni in più rispetto a prima. Eppure l'assessore sventola una tabella di risparmi fatti con 18 gare.


La spiegazione della massaia rende semplice la soluzione. È come se uno va a fare la spesa al supermercato avendo in mano la lista delle cose da comprare. Girando per gli scaffali vede tanti prodotti in promozione, con sconti accattivanti. Tutta roba che nella sua lista della spesa non c'è, magari non gli serve neppure, ma è in offerta e la prende. Alla fine, sullo scontrino, vede una voce che lo inorgoglisce: lo sconto totale ottenuto grazie alle offerte. E fa finta di non vedere che dal suo portafoglio sono comunque usciti molti più soldi di quelli che avrebbe speso senza gli sconti, limitandosi a comprare il necessario.

Che in Regione sia successo qualcosa di assai simile lo confermano i consiglieri del Pdl, che hanno dimostrato come nei conti veri il tanto sbandierato risparmio di Montaldo sia in realtà un bagno di sangue per le casse liguri. «Ho chiesto di vedere voce per voce gli acquisti fatti e le forniture arrivate alle varie aziende sanitarie per capire dove siano finiti i 74 milioni - incalza il vice presidente del consiglio, Gino Morgillo -. I conti dettagliati non ce li hanno ancora dati, questi sembrano taroccati». Sulla tabella dell'assessore ci sono ad esempio 7,8 milioni risparmiati con l'acquisto di pacemaker e defibrillatori. Oppure 854mila euro in meno per materassi antidecubito su un totale di spesa di 1 milione e 806mila euro. Cioè un ribasso di quasi il 50 per cento. Cifre false? «No - spiega serafico il capogruppo Marco Melgrati -. Ma magari poi scopriamo che quei defibrillatori non vanno bene, i medici non li usano e ne vengono acquistati altri. O magari abbiamo materassi scontati che però non vanno bene per i letti che abbiamo, e si devono acquistare i letti nuovi».

Ma questa situazione si inserisce in un quadro di gestione della Sanità fallimentare, dove l'assessore Montaldo procede con decisioni apparentemente positive, che a conti fatti si traducono in nuovi dissesti. «È il caso dei tanti tagli e degli accorpamenti dei reparti. Ora si parla dei due reparti del Galliera, in passato abbiamo avuto tanti esempi simili che hanno portato a peggioramenti dei conti e delle liste d'attesa - aggiunge Roberto Bagnasco -. È anche avvilente per la dignità dei consiglieri regionali che tutto venga deciso dai tecnici e dall'assessore. Ed è grave che alcuni colleghi consiglieri di maggioranza accettino l'evidente declassamento dell'Assemblea rispetto ai temi così rilevanti come la riorganizzazione della rete dell'emergenza». Riorganizzazione che forse verrà presentata al consiglio a metà novembre, quando però le scelte saranno state già fatte. «Mi risulta che al 31 ottobre saranno chiusi quattro pronti soccorso in Liguria», sbotta Melgrati. E Morgillo ripete come l'obiettivo non sia mai quello di risparmiare davvero: «Basterebbe iniziare a tagliare i direttori generali delle Asl, visto che ormai non hanno più alcun ruolo, che tutte le scelte vengono fatte dall'alto», incalza il consigliere. Davvero imbarazzante il tentativo di replica di Montaldo che ammette esattamente la correttezza della prova della massaia: «Gli acquisti della Centrale rappresentano comunque una quota limitata della voce di acquisto di beni e servizi che comprensibilmente possono essere cresciuti, su altre voci».


fonte: http://www.ilgiornale.it/news/genova/i-barboni-e-degrado-cos-rinasce-stazione-santa-847831.html




venerdì 14 settembre 2012

Mhaaaa!



ll sistema? Modelle posano davanti a un senzatetto a New York per promuovere la collezione primavera estate 2013 di Rag & Bone.

Ci sono per il povero a sto mondo due grandi modi di crepare, sia con l'indifferenza generale dei suoi simili in tempo di pace, sia con la passione omicida dei medesimi quando vien la guerra. (Louis-Ferdinand Céline)

Fotografia: Lucas Jackson
FONTE: http://www.guardian.co.uk/news/gallery/2012/sep/08/24-hours-in-pictures#/?picture=395843267&index=11

martedì 17 aprile 2012

Genova fra i rifiuti !

I video-reportage “Le Storie” del secoloxix.it: una serie di mini-documentari con cui il Decimonono racconta in maniera più approfondita vicende che arrivano da varie parti della Liguria.

Genova - Camicie mai indossate, scarpe seminuove, borsette da donna. Ma anche cassette di arance, buste di insalata e scatole di the. Rifiuti per la maggioranza dei genovesi, piccoli grandi tesori per chi non ha nulla, e trascorre le sue giornate e le sue notti sulle strade.
In via Turati, a due passi dal Porto Antico affollato di turisti, c'è un piccolo mondo che ruota attorno ad alcuni bidoni della spazzatura. «Noi la chiamiamo la zona del mercatino - racconta Paolo, 53 anni - perchè tra la rumenta trovi davvero di tutto. Al punto che poi alcuni maghrebini provano anche a rivendere gli oggetti improvvisando delle bancarelle sulla strada»
Ed effettivamente basta fermarsi a Caricamento e osservare, per scoprire una realtà di necessità e di dolore che i passanti frettolosi nemmeno immaginano.
Sono decine le persone che frugano tra i rifiuti. Il Secolo XIX ha raccolto alcune delle loro storie in un video. I più si limitano a poche parole «Siamo poverini, cos'altro dobbiamo fare?» ma qualcuno si ferma a parlare, come un fiume in piena, grato di poter finalmente uscire dall'indifferenza.
Si scoprono così storie di povertà ma non solo. Nino per esempio ha 78 anni e una pensione - racconta - di 1300 euro. Eppure ogni mattina è a Caricamento a frugare nei bidoni della spazzatura: «Si trovano cose interessanti - prova a giustificarsi - e poi la vita continua ad aumentare e arrivare alla fine del mese è sempre più difficile». Mostra il suo bottino della giornata, un sacchetto con della verdura: «Sono erbette di campo - racconta col sorriso - Stasera mi ci preparo una bella cena».
Paolo invece preferisce osservare: «Difficilmente prendo qualcosa - sospira - Da quando mi sono separato vivo su un furgone. Ci ho messo le mie cose, un materasso, ed è diventato la mia casa». Di giorno lavora in un ufficio: «Loro sanno dove vivo - racconta - Del resto, col mio stipendio devo pagare gli alimenti a mia figlia che non è minorenne. Ma a me va bene così: non sguazzo nell'oro ma sono felice lo stesso».
Anna invece non vuole rivelare la sua età e la sua storia. «Ne ho passate di tutti i colori - si giustifica - E del resto anche qui non sono molto fortunata. Gli altri arrivano sempre prima di me. Ogni tanto trovo qualcosa ma mai roba di valore».
I rifiuti più interessanti arrivano al mattino. «A Caricamento - racconta Paolo - gettano i rifiuti i supermercati e le bancarelle di frutta e verdura della zona. Magari si tratta di alimenti appena scaduti ma ancora buoni da mangiare: per questo li aspettano tutti».
Ma in questi bidoni non si raccoglie solo cibo: «Questa zona è abitata da persone ricche - spiegano in coro Anna e Paolo - che quando decidono di fare ordine o traslocano buttano via roba nuova. Guardi qui: questa camicia sembra non essere mai stata indossata, e questa borsa è praticamente perfetta. Chi ha i soldi non si rende neppure conto che questi non sono rifiuti. Per noi sono veri e propri tesori».

fonte :  http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2012/03/28/AP5eC3BC-vite_tra_rifiuti.shtml#axzz1sJnLWsaB

lunedì 2 aprile 2012

Complimenti !


Como, 31 marzo 2012 - Con la notte appena trascorsa, si è concluso il progetto “Emergenza Freddo 2102”, avviato a Como a inizio gennaio. L’obiettivo era offrire un’accoglienza notturna, nei mesi più freddi dell’anno, alle persone senza dimora che non trovavano posto nelle strutture di accoglienza già presenti in città. Durante questi tre mesi, sono state accolte quasi cento persone, in prevalenza uomini, e con una presenza di undici donne.
Gli ospiti, accolti nelle tende installate nell’area adiacente alla Chiesa di Sant'Abbondio, hanno rappresentato un gruppo eterogeneo per nazionalità ed età: 25 le diverse nazioni di provenienza (un quarto degli ospiti era italiano), con una decina di ospiti di età inferiore ai 26 annilo stesso numero più di 55, mentre la fascia di età più rappresentata è stata quella fra i 36 e i 45 anni.
Il progetto ha dato la possibilità ai senzatetto di sostare all’interno del “Tendone”, per periodi diversi, dalla sola giornata fino alla totalità del periodo, cioè quasi tre mesi. Il progetto, realizzato con l’installazione dicinque tende, una roulotte e un camper, per un totale di quaranta posti letto, è frutto della collaborazione fra ben diciassette enti ed associazioni, e ha visto impegnati oltre trecento volontari che si sono alternati nell’accoglienza serale e notturna degli ospiti.
“Un’esperienza – afferma la Croce Rossa Italiana di Como - che, dalle parole dei volontari, è risultata coinvolgente e positiva, anche e soprattutto per le relazioni instaurate con gli ospiti, in un clima generalmente sereno. Anche gli ospiti stessi sembrano aver apprezzato l’accoglienza e lo spirito che ha caratterizzato il progetto”. Il Comitato Provinciale di Como della Croce Rossa Italiana, a nome di tutti gli Enti coinvolti, esprime soddisfazione per come è stata organizzata e gestita l’iniziativa, e sottolinea in particolare l’importanza della finalità del progetto: rispondere con un intervento concreto all’emergenza climatica che espone al rischio, anche della propria vita, chi vive senza dimora. Ma evidenzia anche la forza della collaborazione: forse per la prima volta a Como, è stato possibile aggregare un numero così elevato di soggetti, pubblici e privati. Si è trattato di un esempio positivo di integrazione e di sinergia in vista di un medesimo obiettivo.