giovedì 7 ottobre 2010

E da Noi?????

Un senzatetto al parlamento


La campagna elettorale per le elezioni di mediotermine negli Stati Uniti si apre con la proposta del candidato repubblicano dell'Arizona, Steve May, di candidare vagabondi e senzatetto a importanti cariche istituzionali.

Vagabondi e senza tetto nelle liste elettorali del Green Party dello Stato dell'Arizona. Il partito repubblicano passa all'attacco e inaugura così, promettendo di sostenere le candidature dei clochard, la campagna elettorale per le elezioni di medio-termine del prossimo 2 novembre negli Stati Uniti. L'idea, giudicata dai media statunitensi ai limiti della propaganda populista, viene dal candidato del Gop (Grand Old Party ndr) Steve May che nelle ultime ore è sceso per le strade di Tempe, nel sesto distretto elettorale dello Stato, per promuovere i suoi candidati.

Ira democratica. A quello che lo stesso May ha definito come "un allargamento della partecipazione elettorale" il partito democratico ha risposto con una denuncia ufficiale presso la magistratura dell'Arizona. Le accuse mosse dal partito dell'asinello all'annuncio di May è quella di voler deliberatamente togliere voti alla propria base elettorale con candidature "fantoccio e apertamente false". E se da una parte il candidato repubblicano non esclude questa eventualità ammettendo che "si, il ticket Green potrebbe attingere dalle preferenze dei democratici", dall'altra rigetta ogni accusa affermando davanti ai giornalisti: "Ho reclutato candidati? Si. Essi sono candidati fantoccio? Assolutamente no". Per confermare questa teoria lo stesso May è sceso nelle strade di Tempe per presentare i propri aspiranti politici. Noti col dispregiativo "Rats Mill" (topi di Mill) perché vivono su Mill Avenue, la striscia commerciale vicino alla sede dell'Università dell'Arizona, i futuri candidati hanno risposto uno ad uno alla chiamata del loro mecenate politico.

"Sei falso nonno?". Anthony Goshorn, di 53 anni, viene soprannominato "il nonno" fra i vagabondi di Tempe per la sua lunga barba bianca. Il prossimo 2 novembre concorrerà per un seggio al Senato statale. A lui May si è rivolto con tanto di telecamere e macchine fotografiche puntate addosso per chiedere: "Sei falso nonno?". "No. Io sono reale" ha risposto l'uomo non nascondendo una certa rabbia nei confronti dei detrattori della proposta che lo vede coinvolto in una potenziale entrata fra l'élite politica dello suo stato. Come lui anche Thomas Prati, 27 anni, che vive leggendo i tarocchi ai passanti e che "gode" di un'assicurazione a suo nome da meno di un dollaro, ha risposto allo stesso quesito retorico gridando: "Non sono falso". Il più agguerrito fra i "Rats Mill" sembra essere il ventenne Benjamin Pearcy in corsa per l'ambito seggio dell'Arizona Corporation Commission che gestisce, tra l'altro, i servizi pubblici e la sicurezza ferroviaria. Intervistato dal cronista del New York Times, Pearcy ha dichiarato di "prendere molto seriamente" la sua prima corsa a una carica pubblica. Ufficio molto ambito dal partito dell'asinello che non ha lesinato critiche pesanti come quella per cui la candidatura del cantante di strada Pearcy sarebbe uno "sporco gioco politico".

Stile Arizona. Repubblicani o democratici che siano, i politici, in Arizona confermano ancora una volta di avere poco tatto per le dichiarazioni che riguardano le questioni sociali. Dopo la crociata della governatrice Jan Brewer contro gli immigrati per i quali è stata prevista una legge che di fatto criminalizza chiunque non sia in possesso di regolare documento di permesso, è stata la volta della democratica Jackie Thrasher che ha commentato la proposta del ticket elettorale di May con toni ai limiti dell'umana decenza. Sconfitta alla tornata elettorale del 2008 per la sua rielezione al Parlamento di Stato proprio da un candidato del Green Party, Thrasher ha chiosato: "È incredibile. Non è giusto. È ingannevole. Se questi candidati fossero interessati a partecipare al processo democratico, dovrebbero legarsi al partito a cui sono interessati. Ciò che accade qui puzza di sporco. Non passa i controlli del cattivo odore".

Si avvia con queste premesse la campagna elettorale in Arizona. E ancora mancano due mesi per la chiamata alle urne.

Salviamo Asfalto!

Bologna a pranzo. Un pasto ai clochard

Oltre duecento senza fissa dimora a tavola. È la festa di San Francesco, offre l'Antoniano in collaborazione con il Comune. Ci sono il disoccupato «sulla soglia», la coppia di anziani, un giovane che da mesi non riesce più a pagare le rate del mutuo e un gruppo di rumeni. Il 15 ottobre, giornata mondiale contro la povertà, si replica

BOLOGNA. Ore 12 di un giorno di festa a Bologna, si celebra San Francesco e San Petronio, patrono della città. A pochi passi dalla grande basilica in piazza Maggiore, nel cortile d'onore di Palazzo d'Accursio, sede del municipio, c'è una lunga fila di persone in attesa di sedersi a tavola al pranzo di solidarietà organizzato e offerto dal centro di ascolto dell'Antoniano, insieme al Comune e ad alcuni rappresentanti dell'unione cuochi bolognesi. I commensali sono oltre duecento senza fissa dimora della città, ospiti ed utenti del centro e della mensa dell'Antoniano, comunità di frati francescani minori, dove ogni giorno si servono circa settanta coperti ad indigenti e persone in difficoltà, e di altre strutture cittadine che forniscono cibo e assistenza. Sembra un unico e lungo serpentone composto da venticinque tavoli da otto persone, dove si registra il tutto esaurito. Non è rimasto fuori nessuno, tutti sono riusciti a procurarsi i buoni pasto per partecipare, distribuiti nei giorni scorsi presso le mense per i poveri. Tutti a tavola per un pranzo di festa in piena regola, con un menu emiliano tradizionale degno di una tipica domenica in famiglia: lasagne verdi con ragù di manzo, per andare incontro agli stranieri che non mangiano carne di maiale, arrosto di tacchino con contorno di carote fagiolini e broccoli, ciambella, panna cotta, acqua e pane. Molti hanno con sé borse e valigie con tutte le loro cose, la maggior parte sono stranieri, circa l'80%. Tanti davanti a telecamere e macchine fotografiche si nascondono, qualcuno s'indispettisce, non vuol farsi riconoscere dalla famiglia o da amici che non sanno dell'attuale condizione di indigenza. Sono parecchie le persone finite in strada che nascondono il loro stato ai propri cari.
A servire ai tavoli ci sono trentacinque volontari, quasi tutti giovanissimi. Il cibo è stato offerto da panificatori e ristoratori. Il pranzo fila liscio e veloce, verso le 13 molti si alzano e vanno via verso la piazza per disperdersi per le stradine del centro, alcuni hanno sacchetti pieni di panini o la bottiglia dell'acqua avanzata a tavola sotto il braccio. Sembra un piccolo ed inesorabile esodo. Scappano alle loro vite, ai loro luoghi, quasi tutti a testa e occhi bassi, con pochi sorrisi e poche parole. Come una coppia di anziani, lei piccola, minuta e un po' curva che cammina lentamente con una valigetta e un sacchetto di pane, poco più avanti un uomo in giacca e cravatta la aspetta e le porge il braccio. C'è anche Antonio, senza fissa dimora molto conosciuto in città, sorridente e positivo, soddisfatto del pranzo che aspettava da giorni. Vicino a lui c'è Gabriele, 48 anni, bolognese, disoccupato, con una vita «sulla soglia» come dice lui, «quando sono con altri senzatetto mi sembra di essere uno di loro, ma quando rientro a casa penso di essere normale. È come vivere sdoppiato». Gabriele una casa ce l'ha ancora, anche se non ha un reddito e da mesi non riesce a pagare le rate del mutuo. La madre è morta pochi mesi fa, per lei, dopo tante difficoltà, è riuscito ad ottenere un funerale sociale, ma ora lui è ad un passo dal cadere nella vita di strada. Per pranzi e cene frequenta le mense e teme che presto perderà la casa. La sua, come le altre, è una storia difficile, è così anche per alcuni giovani rumeni venuti in Italia che nonostante le difficoltà preferiscono la vita in strada nel nostro paese piuttosto che tornare in Romania.
Piccoli frammenti di vita troppo spesso sconosciuti che l'Antoniano ha raccolto in un breve volume dal titolo Storie di ordinaria amministrazione. Avventure e vicissitudini di un Centro d'Ascolto a Bologna, per raccontare anche le difficoltà dei servizi sociali cittadini e la fatica quotidiana degli operatori. Il centro d'ascolto dell'Antoniano, aperto nell'ottobre del 2006 per aiutare le persone a rapportarsi con i servizi e le associazioni che operano a Bologna, in questi quattro anni ha incontrato quasi 1600 utenti. Frate Alessandro Caspoli da circa dieci anni direttore dell'Antoniano è contento per la riuscita del pranzo, tradizione che si ripete da alcuni anni, da quando nel 2004 si è festeggiato il cinquantesimo anniversario della sua chiesa. Da allora si è ripetuto tutti gli anni ad eccezione di un paio di volte. Nell'attesa del prossimo pranzo, per il 16 ottobre a Bologna è già pronto un fitto calendario di iniziative in occasione della giornata mondiale contro la povertà. Nel pomeriggio si terrà un'assemblea pubblica sul sistema del welfare bolognese, a seguire le storie di disagio sociale raccontate dagli stessi protagonisti e la proiezione di alcuni video. Per finire spettacoli teatrali, cena sociale, punti di raccolta di sacchi a pelo e coperte in previsione dell'emergenza freddo e concerto del gruppo Il Parto delle nuvole pesanti.

Fonte: Linda Chiaromonte - il manifesto
| 07 Ottobre 2010

lunedì 4 ottobre 2010

Roma er capitale!!


E il Verano diventa una tendopoli per clochard

Venerdí 20.08.2010 20:00

L'estate si sa è tempo di campeggi, ma non solo nei luoghi di villeggiatura. Sono tanti i clochard che dormono e bivaccano nelle aiuole di fronte alla Basilica di San Lorenzo fuori le mura.

Uno di loro ha piazzato anche una piccola tenda da campeggio all'interno della siepe posizionata alle spalle della statua che ricorda Papa Pio XII, in modo da poter avere un tetto sotto al quale dormire anche durante le notti d'estate. L'area verde, alle spalle dei chioschi di fiori che servono il cimitero monumentale del Verano, è spesso luogo di bivacco di persone senza fissa dimora.

Quest'anno alcuni clochard, per fuggire alla calura estiva, di giorno cercano refrigerio sotto agli alberi dell'area verde di piazzale del Verano, mentre di notte dormono al riparto di alcune siepi. C'è chi si è ricavato un giaciglio di fortuna con dei cartoni e chi invece ß riuscito a piantare anche una piccola tenda da campeggio.

fonte: http://www.affaritaliani.it/roma/e_verano_diventa_tendopoli_per_clochard190810.html



Un pò di cultura!

Booksblog ci segnala un libro da leggere per capire un fenomeno e per conoscere una storia di emarginazione da chi l’ha vissuta in prima persona. E’ il libro autobiografico di un clochard milanese, “Le viscere della citta”, (Mursia editore), scritto da Mario De Nicolais.

Morto nel 97 all’età di 80 anni, Mario è quello che si dice un grande uomo. La sua è una storia che potrebbe riempire una fiction televisiva; un uomo che visse tre vite: figlio del questore di Milano nel primo dopoguerra, poi imprenditore fallito e infine barbone nella Milano di oggi per 4 anni. A sessant’anni il riscatto: volontario a sua volta nella parrocchia di san Carlo al Corso e promotore di iniziative a favore degli emarginati.

Prima della sua morte al Corriere mandò una lettera che concludeva così:

Io penso che Milan l’è on gran Milan e chissà che prima o poi non sorga una classe dirigente degna di questo nome in grado di difenderci dalle ruberie del resto d’Italia e che finalmente, per migliorare la vita di chi è stato meno fortunato di altri, si possa essere in grado di utilizzare le nostre risorse, che sono sempre notevoli

Di lui racconta Antonio Papi Rossi, presidente della Cena dell’Amicizia, storica associazione che si occupa di senza dimora: “Era un uomo straordinario. Conosceva bene anche gli angoli più remoti della città dove sapeva che c’erano un uomo o una donna abbandonati a se stessi. Andava da loro, sapeva ascoltarli e condivideva la loro vita da emarginati”.






mercoledì 22 settembre 2010

Come sparare sulla croce rossa!

Clochard ucciso,arresto presunto omicida

Testimoni hanno assistito alla furia del dominicano

22 settembre, 11:25
Clochard ucciso,arresto presunto omicida

(ANSA) - LA SPEZIA
I carabinieri hanno arrestato un dominicano per l'omicidio di un barbone, ucciso alla stazione ferroviaria di Corniglia (La Spezia). I militari hanno ricostruito la colluttazione che il dominicano avrebbe avuto con la sua vittima, uccisa con calci, pugni, e con un bastone.

Secondo quanto si e' appreso, alcuni testimoni avrebbero fornito dettagli sulla dinamica e per l'individuazione dell'assassino. Si tratta di persone che sarebbero rimaste perfino intimidite dalla furia dell'uomo.

fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/09/22/visualizza_new.html_1760478568.html