venerdì 7 agosto 2009

Un pò di buona musica!

Successo italiano dei Jesus Was Homeless

Se l'estate e' un periodo in cui solitamente si sentono solo i vari brani estivi, leggeri e commerciali, quella del 2009 sembra ormai caratterizzata da una presenza costante su Virgin Radio, All Music, Radio Rock e tante radio del circuito alternativo: i Jesus Was Homeless, capitanati da Tiziano Rizzuti, gia' noto esponente del mondo alternative e underground italiano. Se Melting, il loro primo singolo ha gia' riscosso successo notevole di pubblico, ora arriva anche la critica a supportare la formazione nata in USA con apprezzamenti sia dei live che dell'album "The Landing".
“Nel loro rock, racconto di storie, viaggi ed esperienze personali, descritti con uno stile influenzato dall’esperienze dell’indie rock statunitense” ha scritto su Repubblica Felice Liperi e “uno spettacolo di puro alternative rock” riporta sempre il Corriere.it.Con i live di luglio abbiamo quindi colto l'occasione per intervistare i due fondatori della band Tiziano Rizzuti e Marko Resurreccion.
D: Da dove nasce il nome Jesus Was Homeless?
R: Il nome nasce da un cartello esposto da un comunita’ di homeless che si sono stabiliti Venice Beach e che abbiamo conosciuto in viaggio…e’ un’affermazione che rivendica una sorta di orgoglio della scelta di vita e ci ha subito ispirato…per quel senso di provocazione a riflettere, non una provocazione aggressiva, ma piu’ intima, che porta a confrontarsi con alcune cose, la realta’, la societa’...Jesus Was Homeless nasce proprio da li’, da questo viaggio e dalle persone incontrate, che ci hanno aiutato a riflettere su una serie di signicati, sul fatto di essere homeless, sull’esistenza e la sopravvivenza di movimenti di pensiero al limite con le religioni e cosi’ via…

D: Un progetto nato decisamente on the road quindi…”The Landing” vive di queste influenze americane?
R: Certamente. Il song writing e’ avvenuto in questo viaggio, musiche e atmosfere vengono da li’, poi il lavoro vero e proprio e’ avvenuto in tappe e luoghi diverse.Si e’ trattato di un viaggio americano si’, pero’ non all’insegna di “USA I love you”. I luoghi e le esperienze non sono stati quelli tradizionali, ma quelli poco frequentati e conosciuti, non da cartolina californiana insomma. Abbiamo vissuto spazi che non rispondono al concetto di sogno americano, ed e’ stata questa la vera esperienza.Los Angeles e’ una citta’ decadente e soprattutto Venice, sull’Oceano, posto popolato da freaks and geeks e da persone che hanno scelto lo status di homeless e dunque concretizzano una fuga possibile. Tanti sono artisti e molto disponibili al dialogo, e’ stata un’occasione per scoprire e confrontarsi con una realta’ umana interessante e “altra”.E “The Landing”, la stessa copertina, a partire dal caravan, testimonia con le foto queste realta’. Per ricordare la volonta’ di “rivendicazione”, nel senso “tu mi discrimini, ma il tuo Dio era vicino a me”…

D:Cosa c’e’ di questo “esistenzialismo” o confronto con l’esistenza e l’alterita’ nei vostri testi?
R:Al contrario di quello che si possa pensare, nonostante gli arrangiamenti puntino su una certa orecchiabilita' e su ritmi coinvolgenti, a parte le due canzoni d’amore, il resto dei brani sono di critica sociale: “mi alzero’ daro’ fuoco alla mia scrivania e ci piscero’ sopra”.L’esperienza insomma e’ rimasta nei testi e in alcune musiche. Lo stesso singolo Melting e’ proprio una riflessione sulla sorte dei cosiddetti “perdenti” in questo sistema e nel sistema dello show business, nell’impotenza di chi non ha acquisito una serie di caratteristiche per sopraffare il prossimo e avere “successo”, in una visione imposta del mondo, in cui esistono “vincenti e perdenti”…cosa che non ci trova molto d’accordo!Poi The Landing finisce con un brano musicale dal titolo molto esplicativo: Age of Nothing.

Per i fan, ricordiamo a tutti i lettori che il nuovo album e' gia' in cantiere perche', hanno dichiarato "siamo molto ispirati e la chimica all’interno del gruppo sta generando nuove idee…"

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