domenica 25 gennaio 2009

Riflettiamo un pò!!

Sesto clochard morto in strada 'Fallito il piano del Comune'




Una conta iniziata il giorno dell' Epifania, con il clochard della Centrale e che ieri è andata avanti, fino ad arrivare a sei persone morte per strada. Senzatetto, senza più famiglia. Come Claudio, il 42enne trovato dagli uomini dell' Amsa su una panchina in piazza Durante. Un' altra vittima del freddo che ha fatto prendere una decisione in tutta fretta, ieri sera, in Comune: almeno due tende da campo messe a disposizione da Croce Rossa e Protezione civile che verranno montate, molto probabilmente, alle spalle del Duomo e all' Arco della Pace, per accogliere chi nei dormitori non ci vuole andare, nonostante anche ieri l' assessore ai Servizi sociali Mariolina Moioli abbia ribadito: «Ci sono tuttora posti liberi anche per chi non ha il permesso di soggiorno, che non deve temere denunce». Le tende offriranno riparo di notte, «abbiamo deciso di fare un lavoro di prossimità con strutture di prima accoglienza, per dare almeno un riparo e un tè caldo nelle ore più fredde», spiega il presidente della Croce Rossa provinciale Alberto Bruno. Il "piano freddo" del Comune, quest' anno, sembra destinato a interventi e deroghe per gestire una situazione che preoccupa i volontari e le istituzioni. Parte all' attacco Andrea Fanzago, consigliere comunale del Pd: «Questa ennesima morte è la dimostrazione dell' insufficienza del piano che l' assessore Moioli dice essere adeguato ai bisogni della città». Durante il consiglio comunale, ieri pomeriggio, era stato il capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino a chiedere conto all' assessore della situazione dei senzatetto: «Non si attenda un altro morto per cambiare radicalmente un piano che non funziona». Ha insistito sulla necessità di accogliere tutti, anche i clandestini, il presidente della commissione Servizi sociali, il forzista Aldo Brandirali: «Ci dobbiamo interrogare sul perché c' è gente che non vuole essere accolta». Critiche sono arrivate anche da Patrizia Quartieri, di Rifondazione: «Non c' è nessuna strategia per il recupero delle persone, non basta mettere a disposizione posti letto, bisogna arrivare agli invisibili». I volontari della comunità di Sant' Egidio stasera faranno una veglia di preghiera in San Bernardino, ma intanto spiegano: «Non sono sufficienti né risolutivi, sebbene preziosi, gli interventi di pochi, né le soluzioni di forza, nei confronti delle persone rese più fragili dalla vita in strada che, specie se stranieri o irregolari, spesso faticano ad accedere ai servizi e il clima di paura di questi mesi ha reso ancora più lontane le istituzioni». I volontari di Sant' Egidio e quelli dei City Angels offrono un' altra lettura al perché molti clochard rifiutano di andare nei dormitori: «Perché capita che la mattina si svegliano e non trovano neanche le loro scarpe - racconta Mario Furlan dei City Angels - , perché c' è la paura della promiscuità con persone che hanno malattie, perché nella disperazione comune ogni lite diventa rissa». Difende però Furlan l' impegno del Comune, come fa anche il prefetto Gian Valerio Lombardi: «Sono costantemente in contatto con il sindaco e con l' assessore Moioli, le istituzioni si stanno impegnando a fondo su questo problema, ma è davvero difficile riuscire a convincere una certa categoria di senzatetto ad accettare i ricoveri». Gli invisibili, i clochard, qualche anno fa furono i protagonisti di una trasmissione tv dell' ex Iena Marco Berry: «Dalle loro storie ho sempre letto un elemento comune: nessuno di loro era spaventato dall' idea di morire di freddo, su una panchina. A spaventarli davvero è la vita, quella che si sono lasciati alle spalle, e non per scelta, quando sono finiti in mezzo alla strada. E quella fatta della sopravvivenza quotidiana, dei cinquanta centesimi per il vino, dei cartoni per dormire, del pudore di non andare nei dormitori per non dover confessare la loro disfatta totale». -
ORIANA LISO

1 commento:

Anonimo ha detto...

Si tratta davvero di un dramma sociale che ci coinvolge tutti. Purtroppo dei clochard ce ne ricordiamo solo a Natale e quando fa freddo. Il problema, però, è persistente e va risolto con l'aiuto di tutti. Molto spesso basta un sorriso, una pacca sulla spalla per far felice un barbone.