mercoledì 5 agosto 2009

Una marcia in più!!

Dieci cose da sapere se sei un senzatetto

L’attuale crisi economica è innanzitutto una crisi del mercato immobiliare, che ha costretto centinaia di cittadini statunitensi a lasciare la loro abitazione e diventare da un giorno all’altro dei senza tetto. The Nation pubblica una lista di dieci cose che chiunque si ritrova a vivere per strada farebbe bene a sapere: come collegarsi gratis a internet e cosa portare con sé, dove trovare i migliori bagni pubblici e come far valere i propri diritti, come scegliere dove passare la notte e a chi rivolgersi in caso di difficoltà.

P:s : andate a leggerla è fantastica......!!!

martedì 4 agosto 2009

QUALCUNO LE AIUTA O NO!!!!!!

Due clochard anziane ma nessuno le aiuta

Repubblica — 02 agosto 2009

In piazzale dei Cinquecento, di fronte a Palazzo Massimo, ci vivono da anni due signore anziane, in condizioni di salute pessime. Dormono per terra e fannoi loro bisogni dentro un secchio. Le loro condizioni sono preoccupanti: a volte non riescono nemmeno ad alzarsi da terra. E' possibile debbano vivere in questa maniera ? Vorrei fare qualcosa ma non ho le possibilità economiche, e soprattutto loro hanno bisogno di un tetto.

Alexandra Marruco

Ogni tanto qualcuno ci mette il cervello!!

Sudafrica, ministro per la Casa trascorre la notte in bidonville

Circa 1,1 milione di famiglie vive oggi nelle baraccopoli

Johannesburg, 4 ago. (Apcom) 2009

Il ministro per la Casa, Tokio Sexwale, ha trascorso la scorsa notte, in pieno inverno, in una bidonville del Sudafrica, per dare prova dell'importanza accordata dal nuovo governo di Jacob Zuma alla lotta contro la povertà. Circa il 43% della popolazione del Sudafrica vive oggi con meno di due dollari al giorno. Sexwale ha trascorso la notte nella bidonville di Diepsloot, alla periferia della capitale economica sudafricana di Johannesburg, dopo le proteste e gli incidenti del mese scorso in diverse baraccopoli del paese. Gli abitanti delle bidonville hanno denunciato soprattutto la mancanza di acqua potabile ed l' elettricità. "Mi sono svegliato alle 6.30 - ha raccontato questa mattina il ministro, intervistato dalla radio pubblica SAFM - fa molto, molto freddo. Si può facilmente comprendere perché alcuni di questi bambini soffrono di ipotermia. E' straziante". Il ministro, uno degli uomini più ricchi del Sudafrica, ha quindi precisato di essersi intrattenuto con gli abitanti di Diesploot per tre ore: "Quello che si fa è lavorare con la gente, per comprendere i loro problemi. Sono molto contento perchè ho avuto informazioni molto utili". Dalla fine dell'apartheid a oggi, lo Stato sudafricano ha costruito 2,8 milioni di case. Tuttavia, si stima che siano circa 1,1 milione le famiglie ancora costrette a vivere nelle bidonville della prima potenza economica del continente africano. Sexwale ha promesso di costruire nuove case, ma ha sottolineato che non bisogna aspettarsi "miracoli", dopo che il paese è entrato in recessione per la prima volta negli ultimi 17 anni.

(fonte Afp)

venerdì 31 luglio 2009

Roma, clochard si impicca a inferriata della chiesa


ROMA, CLOCHARD SI IMPICCA A INFERRIATA CHIESA

(AGI) - Roma, 30 luglio 2009

Un uomo impiccato all'inferriata esterna della finestra di una chiesa al centro di Roma. Parrebbe avere i contorni del "giallo" ma con ogni probabilita' e' solo una tragedia della solitudine la morte di Ruggero I., 45 anni, il "clochard" originario di Barletta trovato cadavere fuori San Rocco all'Augusteo, in uno dei "triangoli" piu' famosi e suggestivi della capitale, quello delimitato da via di Ripetta, piazza Augusto Imperatore e via Tomacelli, a poca distanza dall'Ara Pacis. Il macabro rinvenimento e' stato effettuato all'alba dell'altro ieri dai carabinieri che, avvertito il pm di turno ed eseguiti i rilievi del caso, hanno disposto la rimozione della salma. Al momento, tutto lascia propendere per l'ipotesi del suicidio, anche se le indagini potranno ritenersi chiuse solo quando saranno disponibili i risultati definitivi dell'esame autoptico. Ma la conferma che si e' trattato di un gesto di disperazione non bastera' a lenire, tutt'altro, il disappunto di quei residenti del quartiere che con il tempo avevano fatto l'abitudine a quel signore che - a dispetto dei suoi precedenti penali e della mancanza di una casa e di una vita regolare - viene descritto come sempre vestito "in modo dignitoso", "gentile" e, soprattutto, "mai aggressivo", che si accontentava di quel poco che gli allungava chi aveva bisogno di parcheggiare l'auto o la moto nelle vie di Campo Marzio. Ad alcuni di quei residenti Ruggero negli ultimi tempi avrebbe confidato di essere "preoccupato", soprattutto dopo che un gruppo di posteggiatori extracomunitari, abusivi come lui - in assenza di un altro "collega" - in qualche occasione lo avrebbero taglieggiato, minacciato, addirittura percosso. Un clima difficile, ostile, che in qualche misura potrebbe averne influenzato la scelta.

giovedì 30 luglio 2009

Incredibile!!!

Senzatetto via da NY "Vi paghiamo l'aereo"

Bloomberg li rispedisce a casa: "Stanno meglio à"


Liberarsi dei senzatetto pagando, a loro e alle loro famiglie, biglietti di sola andata verso la destinazione che preferiscono: è questo il progetto che il sindaco di New York, Michael Bloomberg, sta realizzando dal 2007 e decide adesso di svelare convinto che possa aiutarlo ad ottenere la rielezione in novembre.«Forse andando altrove gli sarà più facile trovare lavoro, iniziare una nuova vita, avranno maggiore fortuna», dice il sindaco nella Blue Room della City Hall, svelando i dettagli di un programma finora svoltosi al riparo dei riflettori e grazie al quale, dal 2007, sono 550 i senzatetto, con famigliari al seguito, che hanno abbandonato la Grande Mela in aereo, nave, autobus o semplicemente con il pieno di benzina pagato dai contribuenti.Bloomberg è noto per avere il mito dell’efficienza amministrativa e il suo ufficio si premura di sottolineare il successo dell’iniziativa descrivendone i dettagli finora tenuti riservati: le destinazioni più gettonate per i senzatetto «in uscita» sono l’isola di Porto Rico, il sole della Florida oppure la Georgia e le Caroline, del Sud come del Nord, mentre fra chi opta per destinazioni internazionali prevalgono Haiti, Perù, Città del Messico, Trinidad e Tobago, l’Ucraina, Santo Domingo e Casablanca, in Marocco, forse perché si tratta dei luoghi di nascita di molti dei beneficiari del «programma di viaggi», gestito da un’agenzia ad hoc scelta dal municipio. Mezzo preferito: il busIncalzato dalle domande sulla genesi dell’insolita iniziativa che sembra confermare il declino economico di una metropoli che non è più in grado di appare i sogni di chi vi arriva, Bloomberg risponde con un secco: «A conti fatti ci conviene». Questo perché il mantenimento di una famiglia «homeless» nei posti i accoglienza gestiti dal comune costa ogni anno all’erario pubblico 36 mila dollari mentre «il valore medio dei biglietti al confronto è assai basso» anche perché «la maggioranza preferisce il bus, pochi vanno all’estero e ancora di meno chiedono biglietti aereo per lunghe distanze».Secondo una stima, il 37 per cento ha abbandonato New York a bordo di autobus, il 15 salendo su un treno e il 48 recandosi in aeroporto per destinazioni in gran parte all’interno del territorio degli Stati Uniti. Per confermare l’analisi costi-benefici, Bloomberg diffonde i costi specifici pagati per alcuni biglietti aerei: mandare un’intera famiglia a Parigi è costato 6332 dollari, a Orlando in Florida appena 858,40 dollari e a San Juan, Porto Rico, ancora meno, 484,20.Pieno di benzina e dietrofrontIl «New York Times» è andato ad intervistare alcuni degli «homeless» beneficiati dai biglietti omaggio di Bloomberg e ha scoperto che Hector Correa, tornato nella natìa Porto Rico, si dice sollevato perché «ho scoperto che New York mi dava assai meno di quanto avrei pensato».Altrettanto contento è Vida Chavez-Downes, il direttore della «Resource Room» del sindaco per coordinare il «trasferimento delle famiglie», che rivendica il merito di gestire una macchina organizzativa molto efficiente: «Siamo noi che paghiamo per i visti, andiamo nei consolati, garantiamo le lettere che servono per i passaporti necessari a chi vuole andarsene. Basta venire da noi e bussare alla porta». Con Chavez-Downes lavorano 11 «assistenti sociali» e sono loro a discutere con i diretti interessati come e quando lasciare la metropoli: una famiglia di dieci persone ha accettato di tornare a Porto Rico a bordo di un volo low cost JetBlue mentre una coppia in cerca di lavoro, appena giunta in auto dal Michigan, ha fatto rapidamente marcia indietro in cambio di 400 dollari di buoni benzina.Un volo per cinque verso ParigiNel caso dei 6332 dollari spesi per un «viaggio a Parigi» il costo più alto rispetto alla media si spiega con i cinque biglietti internazionali per la capitale francese ai quali se ne sono dovuti aggiungere altrettanti in treno per la cittadina di Granville, perché questa era la destinazione finale prescelta da una coppia di genitori con tre figli evidentemente incapace di sostentarsi a New York.Bersagliato da critiche e ironie sui giornali cittadini, Bloomberg è convinto che si tratti di misure molto popolari in vista dell’appuntamento con la rielezione, anche perché afferma di rifarsi all’esempio dell’Esercito della Salvezza che in tempi remoti aveva un analogo programma, denominato «Homeward Bound». Rasta da vedere se altri seguiranno l’esempio del sindaco che punta a centrare l’obiettivo del terzo mandato. Il Parlamento delle Hawaii si è affrettato a far sapere di essere molto contrario: «Per noi significherebbe pagare soltanto biglietti aerei e costerebbe davvero troppo alle casse dello Stato».

La Stampa - 30/07/2009