giovedì 28 gennaio 2010

E se ad una persona normale viene un infarto???

Panchine “anti-barboni” nei giardini pubblici

26 gennaio 2010 Elena Romanato

Esperimento riuscito in via Collodi. La Caritas: siamo allibiti
Col bracciolo centrale, è impossibile sdraiarsi

«Possono chiamarle come vogliono. Panchine anti-barboni o anti-bivacco, ma qui hanno funzionato. Perché il Comune non le mette anche nelle altre zone scelte come bivacco dai barboni?». Il pensiero di una commerciante del quartiere di Santa Rita, che chiede l’anonimato, riassume quello di molti abitanti della zona. I giardini di via Collodi erano diventati sede di bivacco per molti sbandati o persone senza fissa dimora che avevano scelto le panchine come casa e utilizzando lo spazio verde circostante come servizi igienici a cielo aperto. Con l’installazione di un modello con un bracciolo a metà seduta, che impedisce di coricarsi, il problema è stato risolto. Le chiamano panchine anti-barboni, anti bivacco per i politically correct, e sono quelle tanto pubblicizzate dal sindaco leghista di Verona Flavio Tosi che le ha piazzate negli spazi pubblici della città scaligera (mentre a Treviso il leghista, Gentilini aveva addirittura fatte togliere le panchine ) e bocciate dal sindaco di Roma Gianni Alemanno.

Nel quartiere savonese gli abitanti sono soddisfatti della scelta, suggerita dalla Circoscrizione, e lanciano una provocazione: mettiamole in tutta la città.

«Abbiamo scelto quel modello dopo le lamentele dei residenti per i clochard che bivaccavano ai giardini; le vecchie panchine erano usate come letto dai senza dimora. Una vigilessa aveva visto il modello con il bracciolo in mezzo da qualche parte e ce ne ha parlato – dice il presidente della terza Circoscrizione Bruno Larice – Abbiamo chiesto al Comune che nei giardini si mettesse quel tipo di arredo urbano e l’Ata ha contattato il fornitore. Ma lo spirito non è quello adottato a Verona. Non c’è nessuna crociata contro i barboni. In quei giardini c’erano problemi di vivibilità e igiene».

«Alcuni cittadini consigliano di metterle anche negli altri parchi cittadini ? Forse può essere un’idea – interviene Fulvio Parodi, consigliere della Terza Circoscrizione – A nessuno è vitato di sedersi sulle panchine, solo di dormirci e non c’è dietro nessuna forma di razzismo o intolleranza. E’ indiscutibile che queste persone vadano aiutate e il Comune sta lavorando in questo senso».

Produttrice delle panchine “anti- barboni”, costate circa 700 euro l’una, è la Pircher di Dobbiaco, in provincia di Bolzano. «È un modello che non abbiamo a catalogo – dice l’azienda - e il bracciolo a metà seduta è stato richiesto dal cliente».

A Santa Rita si trova la mensa della Caritas e tra i più perplessi per le panchine “anti barboni” c’è proprio Don Alfonso Macchioli, direttore della Caritas savonese.

«La cosa mi lascia allibito - spiega don Macchioli - capisco che ci sia un problema per i savonesi che vedono queste persone magari sporche e con i loro stracci che dormono sulle panchine nei parchi cittadini , ma la soluzione non è questa. I problemi di queste persone vanno affrontati in modo più radicale. Il Comune, comunque, sta lavorando bene nel dare valide risposte a chi si trova in difficoltà. Purtroppo non ci sono spazi d’accoglienza sufficienti per i senza fissa dimora e le panchine dei giardini rimangono spesso l’unico rifugio».

Secoloxix - Savona

http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/savona/2010/01/26/AMS590JD-panchine_giardini_pubblici.shtml?hl

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