Maria, la clochard del binario 5 tornata a morire sulla sua panchina.
La figlia l’aveva portata in famiglia ma soffriva
Il medico: la stazione è casa sua, lasciatela andare
Binari alla stazione di Verona (Sartori)
VERONA — Maria, nella sua vita, forse pensava di essere come l'aria che aveva deciso di vivere a piene mani, in ogni istante. Maria forse pensava di essere «invisibile » a tutti. Ed è così che ha deciso di vivere. Ma Maria non saprà mai che lei non era per niente invisibile. Tanto da diventare, lei evanescente come l'aria, addirittura l'atto di un congresso. E non un atto tra i tanti che si producono ad ogni assise medica. Perchè Maria e la sua storia sono diventate la «lectio magistralis» del congresso nazionale della società italiana dei geriatri ospedalieri, che si è tenuto a Verona la settimana scorsa. Maria questa cosa non la saprà mai. Perchè Maria non c’è più. Maria, che non si chiamava Maria, è morta alcune settimane fa. Ed è morta con un dono che pochi - anche quelli che si sfondano i portafogli con i soldi - possono vantare di avere. Perchè Maria è morta come e dove voleva.
Luigi Grezzana, coordinatore del dipartimento interaziendale di geriatria e presidente italiano della società dei geriatri ospedalieri, la sua storia l’ha raccontata e ne ha fatto l’introduzione del congresso, quando ancora non ne sapeva la fine. A cercarlo, in ospedale, era stata la figlia di Maria. Al telefono gli aveva raccontato di essere preoccupata per la madre, che da quindici giorni non mangiava e beveva solo qualche goccia d’acqua. «Uscito dall’ospedale - ha raccontato Grezzana - sono andato a casa sua. Abitava non lontano, in un palazzo assolutamente decoroso. Mi aspettava la figlia che mi aveva cercato al telefono. Sono entrato nell’appartamento, grande, pulito, ordinato e mi è stato presentato un signore di una certa età, padre della giovane donna e marito di Maria». Grezzana è stato accompagnato in camera. «Su un letto lindo, con lenzuola fresche di bucato, una donna di età avanzata, magrissima, sofferente, emaciata». Eppure Maria era lucida. Ma non diceva nulla. A volte è vero che un geriatra è un uomo che deve «vedere nella nebbia». E così è stato. Grezzana ha chiesto al marito e alla figlia dove abitava prima Maria. «Ho colto che la mia domanda aveva evocato una reazione insolita, di stupore. Non hanno risposto. Allora ho insistito. La figlia mi ha detto: 'La mia mamma prima abitava in stazione, su una panchina del binario numero 5».
E anche questo, come il nome di Maria, è un dato di fantasia. E’ la storia di questa donna che è vera. Maria su quella panchina del binario numero 5 ci «abitava da tredici anni. «La figlia mi ha raccontato che la andava sempre a trovare, ma che lei non si voleva allontanare nel modo più assoluto dalla sua panchina. Quindici giorni prima, visto le condizioni in cui era Maria, ha deciso di portarla a casa per lavarla, accudirla, nella speranza di convincerla a vivere in famiglia. Cosa che faceva regolarmente, ma per non più di qualche ora. Questa volta la figlia aveva deciso di trattenere Maria». Il geriatra è tornato a parlare con lei. Le ha detto che forse era meglio se tornava alla sua panchina. Lei, Maria, allora ha sorriso: «Là sì che mi vogliono bene». «Era una clochard per scelta ha raccontato Grezzana al congresso - . Non c’era giustificazione alcuna nè nella famiglia, nè nella casa. Ma per lei quel binario e la panchina erano la sua casa». Maria a casa sua ci è tornata. Aveva più di ottant’anni, Maria. E quella panchina era davvero la sua casa. In stazione, a Porta Nuova, la conoscevano tutti. E tutti conoscevano anche la figlia, che l’andava a trovare tutte le settimane. Maria, poco dopo essere tornata a casa «sua», è morta. E’ morta dove voleva, Maria. E come voleva. Per lei non ci sono stati necrologi e funerali in pompa magna. Ma ancora oggi basta andare a Porta Nuova e chiedere di lei con quel nome che la privacy non permette ma che tutti conoscono - perchè chiunque, in quel mondo caleidoscopico, la ricordi. «I vecchi - ha detto Grezzana - devono essere lasciati liberi. Quella di Maria è una storia che deve insegnare molto. In un anziano la casa fa salute, qualsiasi casa sia, purché sia la sua casa». Lo sapeva bene Maria, clochard per scelta e atto di un congresso medico per caso.
Angiola Petronio
Corriere della Sera.
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