di Anna Maria Bruni  Può il governo di un paese andare in direzione opposta alle esigenze reali  della società civile? In Italia è possibile. Mercoledì scorso è stato approvato  in Commissione Giustizia e Affari costituzionali il ddl sicurezza, che approderà  in Senato la prossima settimana. Un pacchetto di misure restrittive senza  precedenti a coronamento del quale, su proposta della Lega, è stato approvato un  emendamento che istituisce quello che è stato immediatamente ribattezzato “il  registro dei clochard”.
Proprio così. Recita infatti il testo: “E’ istituito al  ministero dell’Interno un apposito registro delle persone che non hanno fissa  dimora”. Il decreto attuativo spetta al Viminale, che entro 180 giorni dovrà  stabilire modalità e tempi di funzionamento. Decreto che prevede inoltre, sempre  su proposta leghista, l’istituzione di ronde ad opera degli Enti locali, che  “saranno legittimati ad avvalersi di associazioni di cittadini per segnalare  eventi a danno della sicurezza e cooperare al presidio del territorio”. 
  Ci saremmo potuti aspettare che una registrazione dei “senza casa”  potesse avere il fine di distribuire una social card di sostegno.  Ma no, non è  opera di Tremonti ma di Maroni, e non è un collegato alla finanziaria ma alle  nuove norme sulla sicurezza.  Quindi i senza casa, i vagabondi, sono un  pericolo, un attentato alla sicurezza e al decoro delle nostre strade, non  uomini e donne a cui dare una mano per vivere. Sono numeri, un certo  quantitativo, non persone che hanno perso lavoro casa parenti magari, un numero  che si fa esorbitante e che deve essere fermato. Sono falliti, economicamente  falliti, non sono stati capaci di vivere, di capire come gira il mondo, e quindi  vanno puniti. Se fino a ieri esistevano gli “emarginati” come categoria della  società, sociologica beninteso, a cui rivolgere un occhio benevolo per lavarsi  la coscienza senza naturalmente riconsiderare le cose dal punto di vista  rivoluzionario di “esseri umani”, conservando quindi le categorie  socio-economiche attraverso le quali organizzare una “oggettiva” visione del  mondo,  è il terremoto di una crisi economica non arginata dal rigore della  Politica a rivoluzionare queste vecchie categorie. La nuova destra al comando  semplicemente cavalca l’evento sismico, attraversando questo trapasso storico  senza dotare la Politica di rigore e di etica, ma semplicemente deprivandola di  regole certe. Non c’è infatti alcuna regolazione in campo sociale né del lavoro,  al contrario, è in campo una eliminazione di norme e fondi a 360 gradi, a cui fa  da contraltare l’affondo giustizialista in termini di multe salatissime proprio  a chi non possiede nulla, carcere, espulsioni, col supporto di cittadini armati  di forconi in cerca dei “Freaks” nostri contemporanei figli di questa società  malata, e di militari nelle nostre strade, così come anelano Larussa e Gasparri.  Questo “comitato d’affari” degli imprenditori lo sa, l’unica è destutturare la  politica a colpi di ddl che cancellino la democrazia nell’aula del parlamento e  fuori, nella società. Non c’è più spazio per gli “emarginati” vanno cancellati.  Saranno deportati? Sarebbe bene saperlo. O forse semplicemente espulsi,  esattamente come gli immigrati, sempre secondo il nuovo testo, e sempre dopo  aver pagato una multa. Fino a 10.000 euro. In effetti espulsi è meglio, la  deportazione a un costo.
Una crisi economica che non data da oggi, dalla  esplosione della bolla dovuta ai mutui subprime. La caduta del muro di Berlino e  la fine stessa del comunismo in Urss, con tutti i suoi limiti, hanno provocato  un’invasione di manodopera globale, una massa di poveri disperati pronti a tutto  pur di trovare quell’Eldorado che gli era stato dipinto e alla quale  l’Occidente, dopo essersi glorificato di questo “nuovo passo della civiltà”  verso la libertà, sta erigendo ben altri muri, fatti di privazione di diritti e  restrizione della libertà a salvaguardia della propria ricchezza. Propria nel  senso proprio dei pochi che vanno spartendosi la torta ignorando il dilagare  della povertà nostro e importato, se non per deprivare le vite della gente anche  della dignità, per poi vederle azzannarsi gli uni contro gli altri per un tozzo  di pane. Siamo a un bivio e non c’è più tempo, la globalizzazione può essere il  collante che unisce un popolo ben oltre i confini delle nazioni, o la quarta  guerra mondiale, quella che come disse Einstein “si combatterà con bastoni e  clave”.
 
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